LE PEN CONTRO TUTTI, L’ULTIMA SPERANZA PRIMA DI EURABIA

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Ci sono 750 ‘zone proibite’ dove i cittadini francesi (quelli originali) non possono entrare. Luoghi dove la sharia è la legge. Enclaves impermeabili all’influenza dello Stato e della società circostante. Metastasi islamiche nel cuore della Francia.

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Come molti nuovi immigrati fanno, gli immigrati musulmani hanno infatti, dopo decenni di ‘integrazione’, formato comunità in Francia, da decenni. E non si stanno integrando nella società francese. Non lo faranno mai.

Xavier Jugelé. Nato nel 1980, il poliziotto ucciso dal ‘connazionale per ius soli’ sugli Champs Elysées, è stata la 248 esima vittima dell’Islam in Francia dal 2015. L’ennesima offerta sacrificale sull’altare dell’esperimento chiamato ‘società multietnica’.

Ovunque in Francia, i professori di liceo si recano al lavoro portando con sé una copia del Corano per assicurarsi che ciò che dicono non contraddica il testo sacro dell’Islam.

Tutti i manuali di storia sono “islamicamente corretti”. Un terzo dei musulmani francesi dice di voler vivere secondo la legge islamica della sharia e non secondo le leggi francesi.

Negli ospedali, i musulmani chiedono con insistenza di essere curati solo da medici musulmani e pretendono che le loro mogli vengano visitate da medici uomini.

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Quotidianamente si verificano attacchi contro gli agenti di polizia, che hanno l’ordine di non entrare nelle “no-go zones”. Non devono rispondere agli insulti e alle minacce. Devono fuggire qualora siano aggrediti. Talvolta, non hanno il tempo di farlo.

Nell’ottobre 2016, due poliziotti sono stati quasi bruciati vivi nella loro auto a Viry-Châtillon, a sud di Parigi. Nel gennaio scorso, tre agenti di polizia sono finiti in un’imboscata e accoltellati, a Bobigny, a est di Parigi.

E se reagiscono, come nel famoso caso di ‘Theo’, l’ultimo delinquente eletto a divinità dai media di distrazione di massa, vengono accusati di ‘violenza’.

Due anni fa, la mattina stessa del massacro islamico di Charlie Hebdo, Michael Houellebecq – forse il più grande romanziere francese vivente, di sicuro il più visionario – pubblicò il libro Soumission, un romanzo sullo sfondo delle elezioni presidenziali francesi del 2022.

Nel romanzo, Marine Le Pen vince il primo turno, con i tre classificati dietro di lei separati di un nulla; e quello che arriva secondo è il candidato del fronte islamico. I partiti tradizionali di sinistra e di destra, incerti sul da farsi, decidono alla fine di invitare i propri loro elettori a votare al secondo turno il primo presidente islamico/islamista della Francia.

Sembra fantascienza, ma se Le Pen non vince, questa volta, viste le condizioni demografiche francesi, e la velocità con la quale tutta la nostra civiltà sta degradando, l’idea di un candidato islamico/islamista magari non nel 2022, ma nel 2026, non si può escludere.

Houellebecq scommetteva sulla ‘sottomissione’, una popolazione che si adatta e si adegua al ‘cambiamento’. Noi vediamo piuttosto una guerra (in)civile, una Yugoslavia nel cuore dell’Europa. Quando un candidato come Le Pen prende 1/4 dei voti al primo turno, significa che ci sono quasi 8 milioni di cittadini – veri – che non si sottometteranno. E tra quelli, molti, sono pronti, anche, alle barricate. O ci riprenderemo l’Europa con la democrazia, oppure, visto che più cresce il numero di ‘nuovi cittadini’, più questo diventa complicato, lo faremo con la forza. In nome del Sangue. Perché è giusto. Perché è casa nostra.