IL PROFUGO CON 2 MOGLI E 10 FIGLI LO MANTENIAMO NOI: 200 MILA EURO IN SUSSIDI E CASA POPOLARE

Vox
Condividi!

Un nucleo familiare di 14 iracheni, tra cui dieci minorenni (dai pochi mesi ai 17 anni), da venerdì scorso è stato accolto nell’ex caserma Friuli, che ospita attualmente una settantina di sedicenti profughi. La famiglia poligamica ha scelto l’Italia, e Udine in particolare, per farsi mantenere. Ricordiamo che quasi tutto l’Iraq è in pace, e ricco di risorse petrolifere. E poi, loro sono “in fuga dalla Svizzera”.

Il capofamiglia, Dler Qadr, 43 anni, militare dell’esercito iracheno, ha portato con sè le due mogli, Shren Esmael, 35 anni, e Luma Xalil, 34, e i loro dieci figli. I più piccoli hanno 9 e 11 mesi, i più grandicelli hanno 3, 5, 9, 10, 12, 15 e 16. La figlia maggiore, 17enne, è arrivata con il compagno che a maggio compirà 20 anni. Il loro viaggio di colonizzazione è iniziato nel dicembre 2016 ed è costato qualcosa come 72 mila dollari. Un investimento, ora li dobbiamo mantenere tutti noi.

Scrive il giornale locale:


Accompagnati dal direttore della Cri, Fabio Di Lenardo, siamo andati a trovarli nell’ex caserma Friuli, dove la Croce rossa non fa mancare loro nulla (tanto paghiamo noi, Ndr) e ci siamo fatti raccontare la loro storia.

«In Iraq abbiamo venduto la casa – spiega Qadr, il quale parla curdo e ci viene tradotto da Javid Sadat, mediatore culturale della Cri – e abbiamo comprato i biglietti aerei per la Turchia. Siamo partiti il 2 dicembre da Bagdad e abbiamo raggiunto Istanbul».  In Turchia sono entrati in contatto con un curdo, conosciuto a un mercato, con il quale hanno avviato una trattativa affinchè organizzasse il viaggio per tutti in Italia.
«Siamo rimasti a casa di questa persona per un mese e una ventina di giorni – prosegue il capofamiglia –, poi è stato possibile organizzare la traversata. Per il viaggio abbiamo pagato per i quattro bambini più piccoli 3 mila dollari ciascuno e 6 mila dollari a persona per tutti gli altri dieci componenti della famiglia». Quindi, a conti fatti, l’organizzatore si è intascato 72 mila dollari.

Vox

Nel porto di Crotone sono arrivati il 28 gennaio 2017. In Calabria sono rimasti alcuni giorni in un centro di identificazione e, quindi, in un campo profughi «dal quale siamo scappati – spiega Qadr – per raggiungere la Svizzera in treno». Hanno raggiunto il centro di registrazione e procedura di Chiasso e quindi il centro richiedenti asilo di Losone, comune del Canton Ticino, dove sono rimasti dall’8 febbraio al 13 aprile.
«Qui ci siamo trovati malissimo – sottolinea il militare iracheno, siamo stati trattati senza alcun rispetto». All’interno del campo profughi la figlia più grande, incinta, si è sentita male e con il giovane marito ha chiesto di poter essere visitata. «Ma i responsabili hanno preso tempo – spiega la ragazza –, dicendo di aspettare il giorno successivo e quindi non mi hanno portato in ospedale subito».
A causa delle complicazioni, la giovane ha poi perso il bambino che portava in grembo. «Ci hanno sequestrato pure sette telefonini senza più restituirceli – argomenta ancora il capofamiglia – e per un mese gli adulti della famiglia hanno lavorato alle dipendenze dell’amministrazione comunale senza però ricevere la paga pattuita prima».
Da quel posto la famiglia voleva assolutamente scappare. «I bambini – prosegue nel suo racconto il 43enne iracheno – litigavano in continuazione e dicevano che volevano andarsene. Stavano male. Parlando con altri profughi provenienti da Siria, Afghanistan e Pakistan siamo venuti a sapere che a Udine i richiedenti asilo vengono invece trattati con rispetto». Così, senza pensarci due volte, hanno preso i biglietti del treno e venerdì scorso sono arrivati – passando prima per Milano – in città.

VERIFICA LA NOTIZIA
«Siamo stati accolti benissimo – conclude Dler Qadr –, siamo molto contenti. I bambini dicono di sentirsi finalmente a casa, come fossero in Iraq». 
Inoltre, la numerosa famiglia ha formalizzato in Questura la richiesta di asilo. I poliziotti hanno offerto caramelle ai più piccoli e hanno regalato loro alcuni cappellini.
Ora la Cri è in contatto con l’amministrazione comunale e la Prefettura per poter trasferire, appena si presenta l’occasione, la famiglia irachena in un appartamento più consono alle esigenze di un gruppo così numeroso.


Profughi in fuga dalla Svizzera. Per inciso: a Baghdad non c’è alcuna guerra. Questi parassiti hanno pagato 72 mila euro per venire qui a farsi mantenere. Ora, il comune di Udine fornirà ad una famiglia poligamica una bella casa popolare a spese dei contribuenti perché la Croce Rossa ha sparso la voce che a “Udine li trattano con rispetto”. La Croce Rossa è una associazione impegnata nella distruzione della società italiana. Boicottatela in ogni modo.

Se non vi incazzate leggendo queste notizie, e il modo vergognoso con il quale i giornali le espongono, non siete uomini. Siete cuckold.

Ps. Da quando, la legislazione italiana riconosce i matrimoni poligamici?