Belgio. Un Paese che in questi anni si è dimostrato un nido in cui sono stati «allevati» centinaia di terroristi islamici. È lo Stato europeo con la percentuale più alta di foreign fighters: che sarebbero gli immigrati di prima, seconda e terza generazione che vanno a combattere con Isis in Siria e Iraq.
Ma da alcuni anni è la Francia – Parigi in particolare – il loro campo di battaglia preferito, più della «patria» belga. Un confine, nell’area Schengen, praticamente inesistente, facilissimo da oltrepassare schivando i controlli persino per Salah Abdeslam. Non solo nel suo viaggio di andata verso Parigi, accompagnato da Mohamed Abrini, ma anche in quello di ritorno. Quello compiuto con le mani sporche di sangue.
Negli archivi dell’antiterrorismo europeo c’è una città segnata con un cerchio. È Verviers, dove nel gennaio del 2015 fu smantellata quella che viene considerata la «cellula madre» dei grandi attentati che hanno colpito le capitali di Francia e Belgio. In una palazzina di rue de la Colline, al numero 322, c’era il covo di Abdelhamid Abaaoud e dei suoi complici. Ma lui, la mente degli attentati di Parigi del 13 novembre, ucciso in un blitz a Saint Denis cinque giorni dopo, in quell’appartamento al piano terra non c’era quella notte.
Durante l’incursione delle teste di cuoio morirono due dei suoi «uomini», un terzo cercò di fuggire dalla finestra ma fu catturato. La rete fu smantellata, ma Abaaoud riuscì a ricostruirla tessendola dalla Siria. È da quel lavoro sotterraneo che ha preso forma la cellula di Molenbeek dei fratelli Abdeslam e quella, gemella, che si era rifugiata nell’appartamento di rue Max Roos a Schaerbeek, dove i fratelli El Bakraoui e l’artificiere Najim Laachraoui avevano confezionato l’esplosivo per le bombe del 22 marzo.
Le indagini di questi mesi, aiutate dai files audio ritrovati in un computer gettato nella spazzatura poco distante da quell’appartamento e dalle rilevazioni di Mohamed Abrini (arrestato poche settimane dopo) hanno confermato agli inquirenti che l’attacco di Bruxelles non era il loro vero piano. Si è trattato di una reazione all’arresto di Abdeslam, che ha costretto il commando a cambiare programma e a entrare in azione subito. Senza attendere quello che era il loro vero obiettivo: gli Europei di calcio che si sono giocati in Francia la scorsa estate.
In Belgio sono in una lista di possibili terroristi islamici ben 18.884 cittadini, tali per Ius Soli. Su una popolazione musulmana di 623.000 persone. Escluse donne, bambini e anziani, significa che 18.884 uomini islamici su 100.000 sono considerati possibili terroristi: siamo al 20 per cento. Un dato mostruoso.