Cecenia e la storia dei lager islamici per omosessuali

Vox
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La propaganda anti-russa sui media ‘liberi’ occidentali sta raggiungendo livelli parossistici. Pur di screditare Putin si arriva, pensate, addirittura ad accusare i ‘buoni’ per eccellenza, gli islamici.

Secondo quanto denunciano l’International Crisis Group e il quotidiano Novaya Gazeta, nella Repubblica russa di Cecenia ci sarebbero lager per omosessuali, dove sarebbero detenute oltre 100 persone arrestate in raid di questi ultimi giorni.

La fonte privilegiata è Ekaterina Sokirianskaia, direttore dell’International Crisis Group, che ha dichiarato al Guardian: «Ho sentito dire quello che sta accadendo a Grozny e al di fuori della città» – ha affermato. «E’ quasi impossibile ottenere informazioni dalle vittime e dalle loro famiglie, ma il numero di segnalazioni che sto ricevendo da persone diverse rende difficile non credere alle notizia delle detenzioni e a quello che starebbe accadendo».

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Crisis Group, di cui Soros è cofondatore, raccoglie fondi da parte di governi occidentali e ‘filantropi’. Nel 2011/2012, il 49% del suo finanziamento è venuto dai governi, il 20% da organizzazioni filantropiche, e il 31% da privati e fondazioni private tra le quali la Open Society di Soros. Crisis Group è stato accusato di essere un veicolo utile a servire gli interessi dei suoi finanziatori.

Alvi Karimov, portavoce del presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha descritto il dossier come «bugie assolute e disinformazione» sostenendo altresì che in «Cecenia non esistono omosessuali». «Non si possono arrestare e perseguire persone che non esistono» – ha dichiarato all’agenzia di stampa Interfax.

Kadyrov è un personaggio poco raccomandabile. Putin lo sopporta, e ne tollera gli eccessi, perché attraverso di lui la Cecenia è ‘pacificata’, ed è l’unica cosa che interessa a Mosca. In cambio della pacificazione, il governo centrale ha concesso a Kadyrov un’ampia libertà di manovra per quanto riguarda la politica interna alla società cecena, che è islamica. Ma non tale da aprire ‘campi di concentramento per gay’ come quelli che esistevano a Cuba ai tempi del Che o di quelli esistenti, con certezza, in Arabia Saudita, che però regala Rolex, e allora è buona.