Usa lanciano 59 missili contro base da cui non è partito attacco chimico, Sauditi esultano

Vox
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PRIMO PASSO FALSO DI TRUMP – Gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili Tomahawk verso la base aerea siriana da cui non è partito l’attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib. Almeno non secondo le prove raccolte da organi indipendenti.

Il bombardamento è nel “vitale interesse della sicurezza” degli Stati Uniti, ha affermato il presidente americano Donald Trump, chiedendo al mondo di unirsi agli Stati Uniti per mettere fine al flagello del terrorismo. Assad si mantiene cauto: “Irresponsabile e sciocco questo attacco”.

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L’Arabia Saudita plaude alla “decisione coraggiosa” del presidente americano, definendola un giusta risposta ai “crimini del regime di Assad contro il suo popolo”. Lo Stato profondo americano, quello finanziato con i soldi dei sauditi e dal complesso militare industriale, pare tenere ostaggio Trump. Questo attacco non ha alcun senso, se non analizzato come tentativo di Trump di dare un ‘contentino’ ai russofobi presenti nei gangli dello stato americano.

Dura la risposta di Mosca: “L’attacco americano è un’aggressione contro una nazione sovrana”. L’attacco, sostiene il Cremlino, è stato sferrato sulla base di “un pretesto inventato”. Quanto accaduto arrecherà “danni significativi alle relazioni Usa-Russia” e crea “un serio ostacolo” alla costituzione di una coalizione internazionale per sconfiggere Isis.

L’attacco avrebbe causato alcuni morti, ha riferito il governatore della provincia di Homs, dove è è localizzata la base di Shayrat. “Ci sono martiri, ma non sappiamo ancora né il numero dei morti né quello dei feriti”, ha detto Talal Barazi. Il governatore ha detto che alcune zone della base sono andate a fuoco e alcuni dei feriti sono ustionati. “Ci vorrà tempo per capire l’estensione dei danni”.