ROMA: FAMIGLIA ITALIANA SFRATTATA PER DARE CASA POPOLARE A IMMIGRATI – VIDEO

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“Gli ho detto: ‘mia figlia non è che vale meno del tuo’. E poi io un altro figlio lo voglio”, racconta tra le lacrime Fabiana:

Emiliano e Fabiana, romani di 29 anni, sposati e con una figlia di 4 anni, entrambi precari che non possono permettersi una casa. Hanno occupato una abitazione vuota e fatiscente nel quartiere in cui sono cresciuti, l’hanno rimessa a posto con l’idea di farci crescere la loro bambina. Ma ieri però, sono arrivati i legittimi assegnatari che, stranamente, erano una famiglia di immigrati africani. Grazie alla solidarietà del quartiere e degli amici di sempre sono riusciti a rimanere per il momento nella loro abitazione, ma c’è da giurare che la Raggi e la sua politica del “ripristino della legalità” costi quel che costi, anche a quello di gettare in mezzo a una strada una ragazzina invalida al 100% come nel caso di maria noemi, proverà ad andare fino in fondo.

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“Gli ho detto: ‘mia figlia non è che vale meno del tuo’. E poi io un altro figlio lo voglio”, ci racconta tra le lacrime Fabiana, parlando del confronto con la famiglia di immigrati a cui l’abitazione era stata assegnata. “Non voglio stare nella miseria, vengo da una situazione difficile. Loro (gli immigrati) fanno i figli così come nulla fosse, ma io a mia figlia ci tengo e le voglio dare un futuro”.

E’ sempre più evidente: da una parte ci siamo noi, dall’altra ci sono ‘loro’. E lo Stato sta dalla ‘loro’ parte.

Quello che sta accadendo a Roma è vergognoso. Impediamo ai giovani italiani di farsi una famiglia, così uccidendo la nostra natalità, e favoriamo la riproduzione degli immigrati: si chiama suicidio etnico. Ed è voluto dai criminali politici che governano l’Italia e le città. Perché ora la Raggi deve intervenire o, altrimenti, sarà complice di questo scempio.

E basta riempirsi la bocca di termini che alla luce della realtà diventano insulsi come la ‘legalità’: non c’è nulla di legale, nel cacciare di casa una famiglia di italiani per darla a immigrati. Se è legale, significa che chi fa le leggi è un criminale. Ed è tempo di rovesciare tutto.