No Tap, cittadini bloccano i camion con gli ulivi sradicati

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Alle 5 di stamani erano ripresi i lavori per il gasdotto Tap (Trans Asriatic Pipeline) a San Foca di Melendugno, in provincia di Lecce. Senza preavviso.

Le ruspe avrebbero dovuto rimanere ferme fino a lunedì, poi è arrivato il cambio di programma: le ditte incaricate del lavoro sono tornate in azione per espiantare una settantina di alberi di ulivo, presenti nel punto in cui passerà il microtunnel del gasdotto. Come già reso noto gli alberi saranno spostati in un luogo sicuro, alla Masseria del Capitano (San Basilio), a circa 8 km di distanza.

Una settantina di manifestanti del Comitato “No Tap”, che si oppone al gasdotto, fin dall’alba erano presenti davanti al cantiere. A richiamarli sul posto il tam-tam sui social netwkork: nel giro di poche ore, infatti, c’erano già diverse centinaia di persone. Il gruppo si è spostato, insieme a una delegazione di cittadini di Melendugno, davanti alla masseria dove verranno ripiantati gli ulivi e hanno cercato di bloccare le operazioni fermando i camion che trasportano gli alberi. Sul posto è presente anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì. “C’è un dispiegamento enorme e sproporzionato di forze dell’ordine – dice il primo cittadino all’Adnkronos – circa 200 uomini in tenuta antisommossa, a fronte di 10 manifestanti, per lavori che non sono urgenti. Stanno a difendere l’aria. Lo dico con molta amarezza e dispiacere perché io sono sindaco e credo nella democrazia. Invito tutti i giornalisti, una volta che finiranno i lavori per lo spostamento di questi poveri ulivi, a visitare il posto e a vedere che il cantiere sarà fermo”.

“Stanno portando gli ulivi – aggiunge – in un sito a 8 chilometri in un periodo non proprio adatto per farlo, anche dal punto di vista agronomico. Io ho chiesto e chiederò all’Ispettorato dell’agricoltura di procedere al monitoraggio e al controllo della situazione degli ulivi nel sito di stoccaggio. Faccio presente che quello degli ulivi non è l’unico problema ma è la punta di un iceberg che sta calando sul nostro territorio. Non è solo una battaglia per 200 ulivi, è anche questo. Sono i primi 200 di 10mila”, precisa Potì.

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“Come tavolo tecnico Regione-Comuni siamo presenti nella procedura del progetto del tunnel che si trova nella fase di procedura di assoggettabilità a Via (Valutazione impatto ambientale ndr) – conclude -. I tempi e i modi per poter contestare l’opera nella procedura ancora ci sono”.

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Davanti all’ingresso del sito di stoccaggio, alla Masseria del Capitano, sono stati bloccati i camion della Tap che trasportano gli ulivi. I mezzi sono stati bloccati a pochi metri dal cancello, davanti al quale si erano assiepate molte persone, alcune delle quali sedute a terra. I manifestanti hanno tentato di convincere gli autisti dei camion che stanno trasportando gli ulivi ad abbandonare i mezzi e ad unirsi alla protesta. Alla manifestazione partecipano molti studenti e cittadini di Melendugno, alcuni dei quali hanno portato con sé anche bambini molto piccoli, tra cui una bimba di pochi mesi, che la nonna ha portato per alcuni minuti proprio davanti ai camion. La presenza di tanti bambini rende la situazione molto delicata. Presenti anche numerosi sindaci con le fasce tricolori.

Vicenda complicata. Ma anche questo è un altro esempio di scelte imposte dall’alto a interi territori. I cittadini sono ormai considerati alla stregua di sudditi: devono accogliere finti profughi, farsi sradicare alberi che sono radicati non solo nella terra, ma anche nel cuore degli abitanti e devono farlo in silenzio. Senza avere voce in capitolo.

Il progresso senza democrazia è contro l’uomo.