“Coop lucrano su clandestini”: leghista condannata da magistrato per questa frase, giusta

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È stata condannata per aver – letterale – “discriminato l’attività di tre cooperative che si occupano di accoglienza di migranti”. Ora c’è anche il ‘reato’ di discriminazione di Coop. Nemmeno in Burundi.

Il tribunale di Brescia ha per questo bizzarro motivo condannato al pagamento di seimila euro, duemila per ognuna delle associazioni a scopo di lucro citate, la segretaria della sezione della Lega di Orzinuovi, Federica Epis. A cui va la solidarietà di Vox e di chiunque abbia a cuore la libertà di espressione.

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Il 12 giugno del 2016, Epis aveva postato sul suo profilo Facebook un articolo di Bresciaoggi, giornale locale, che parlava del business dell’immigrazione e commentato: «Questo è l’elenco delle cooperative che con la faccetta misericordiosa di chi fa beneficenza stanno invece lucrando sul traffico di clandestini». Tutto qui.

Per il giudice, tal Lucia Cannella, il «post ha valenza irridente e sbeffeggiante ove indica le associazioni che danno ospitalità al soggetto come di chi opera “con la faccetta misericordiosa di chi fa la beneficenza” attributivo di un fine illecito». In sostanza, per il giudice Epis stava accusando le associazioni K-Pax, Puerto Escondido e Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) di speculare in maniera illegale sui migranti: la giudice dovrebbe leggere il vocabolario, perché ‘lucrare’ non indica qualcosa di illegale, semmai di moralmente riprovevole, ed è un giudizio che ognuno è libero di dare. O almeno sarebbe libero di dare. Se non ci fossero magistrati che lucrano sulle parole altrui.

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Secondo lo stesso giudice, inoltre, «il post è denigratorio ed offensivo laddove indica che i richiedenti asilo siano clandestini, atteso che i richiedenti asilo vengono degradati al rango di chi viola il Testo Unico sull’immigrazione». Sono clandestini fino a prova contraria, non basta ‘chiedere asilo’ per trasformarsi in profughi. O passare un esame, per essere giudici. Capaci.