BOOM TUBERCOLOSI TRA I PROFUGHI: 150 VOLTE PIU’ DEGLI ITALIANI

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In occasione della giornata mondiale contro la tubercolosi, la Regione Piemonte traccia un bilancio dei dati relativi all’anno 2016.

In Piemonte, gli arrivi di sedicenti profughi nell’anno hanno superato le 10 mila unità e le presenze registrate a fine giugno dell’anno scorso erano 9.659.

I profughi rappresentano una ‘piccola’ quota della popolazione a livello nazionale e regionale, ma costituiscono un gruppo ad alto rischio di sviluppo della Tubercolosi attiva: principalmente per la provenienza da Paesi a elevata incidenza di TB.

DIFFUSIONE TUBERCOLOSI
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Lo scorso anno sono state segnalate 40 tubercolosi respiratorie nei profughi accolti in regione, di queste 35 sono state diagnosticate nell’ambito del programma regionale.

Costi elevati. La Regione ha predisposto, a integrazione delle attività di controllo svolte dalle Aziende sanitarie locali, la centralizzazione dell’esame radiologico del toracerivolto ai profughi, in una struttura dove si concentra il maggior numero degli arrivi dei migranti.

Il compito è stato affidato alla Radiologia domiciliare del presidio Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino e al SeReMi dell’Asl di Alessandria: il servizio sarà realizzato nel centro polifunzionale della Croce Rossa di Settimo Torinese e le attività saranno avviate entro la fine del mese di aprile.

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In Piemonte nel 2016 si registrano 382 casi totali, 226 riguardano immigrati e 40 profughi. Significa che l’incidenza della TBC negli immigrati è 10 volte quella tra gli italiani. E nei profughi si sale a circa 100 volte: 150 volte per la precisione.