Lo abbiamo detto. Dopo i cosiddetti ‘matrimoni gay’, sarà la volta della poligamia, della pedofilia e dell’incesto. Che del resto in molti Paesi non è già più reato. Perché quando l’unica discriminante è il cosiddetto ‘ammmore’, e la presunta ‘consensualità’, non ci sono limiti: al mondo non manca un buon numero di malati mentali da assecondare nei loro capricci.
Così, due immigrati messicani negli Usa, Monica Mares, 36 anni portati malissimo e Caleb Peterson, suo figlio di 19, che abitano a Clovis, New Mexico, hanno deciso di sposarsi. E come direbbe Bergoglio, chi siamo noi, per giudicare il loro ‘ammmore’?
La donna aveva dato in adozione il figlio appena nato. Si sono ritrovati l’anno scorso su Facebook e da allora è iniziata la loro ‘storia’. I due sono stati arrestati – perché in New Mexico l’incesto è illegale, ma se Trump non fa presto a nominare i suoi giudici la Corte Suprema potrebbe legalizzarlo come ha fatto con i matrimoni gay – e condannati a non incontrarsi. I due, in nome dei loro ‘diritti civili’ – ricorda qualcosa? – non cedono e vogliono sposarsi.
Su che basi lo si può negare? Semplicemente non è possibile, una volta che determini che il matrimonio normale non è più l’unica forma legalmente possibile: perché due gay sì, e una decina di persone no? E perché due lesbiche sì, e padre e figlia no? Il mito del vaso di Pandora è oggi.