Venezia alla guerra contro i Kebab: “Portano degrado”

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Il Comune ha deciso di mettere un freno al cibo da asporto, qualunque esso sia. Ma l’obiettivo sono loro, i kebabbari.

Come riportano i quotidiani locali, l’idea è quella di individuare delle zone in città, lontane dal centro, nelle quali sia necessaria l’autorizzazione di Regione e Soprintendenza per aprire nuove attività commerciali. La proposta è del presidente della commissione Attività produttive del comune di Venezia, Paolo Pellegrini, che ha già preparato la mozione da presentare al sindaco Luigi Brugnaro, affinché limiti l’apertura di pizzerie al taglio e kebab “take away”.

fact_iconIl processo non sarà sicuramente rapido perché i proprietari dei locali presenteranno ricorso al Tar (tribunale amministrativo regionale). Ma il Comune vuole comunque andare avanti perché l’apertura di nuovi locali, dicono, genera disagi e cumuli di sporcizia. Oggi a Venezia ci sono 120 attività di questo tipo, nei luoghi più densamente frequentati dai turisti.

Il problema è nato con Bersani e le sue folli liberalizzazioni. Da quel giorno aprire un qualsiasi negozio è diventato ‘troppo’ semplice. Creando un affollamento a volte non solo portatore di degrado soprattutto quando parliamo di negozi etnici, ma anche ridicolo.

Il Kebab è spesso al centro di inchieste sanitarie: sia per ciò che riguarda il tipo di carne utilizzato, sia per le condizioni igieniche in cui viene preparato questo alimento!

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I media locali hanno diffuso i risultati del Laboratorio cantonale che monitora i ristoranti, tra i quali i rivenditori di Kebab.
Ecco alcuni risultati, che emergono da un rapporto sulla situazione 2010-2012, che i consumatori dovrebbero sapere sui 42 kebabbari in Ticino:

1.Qualità della carne: solo il 17% dei kebabbari controllati in Ticino ha della carne che rientra tra il “buono”, il 19% (ossia ben 8 kebabbari) aveva della carne di qualità insufficiente!

2. Igiene: nel 33% dei casi (ossia 14 kebabbari sui 42 presenti in Ticino!) la situazione igienica è risultata “insufficiente” o, addirittura, “inaccettabile”.

3. Lavoratori stranieri: il rapporto lo dice chiaramente, la situazione disastrosa di alcuni kebabbari è dovuto all’impiego di personale straniero che non sa un tubo delle nostre norme igieniche! Infatti gli ispettori scrivono: “Le aziende valutate, pur rientrando ampiamente nella sufficienza, hanno mostrato talvolta carenze nella concezione dell’autocontrollo e di conseguenza nella sua applicazione. La difficoltà è aumentata dal fatto che questi esercizi impiegano spesso personale straniero senza specifica formazione nel settore alimentare”.