Milano, Comune non vuole applicare legge contro moschee abusive

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fact_iconIl Comune di Milano, guidato dal partito riferimento degli islamici, sfida la Regione Lombardia: non vuole applicare la legge anti-moschee e chiede alla giunta leghista di abolirla.
La risposta è stata una circolare che la rende ancora più restrittiva: sedi di associazioni e centri islamici vengono equiparati alle moschee. Non sarà più possibile realizzare una moschea fingendo che si tratti di un ‘centro islamico’.

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Il vicesindaco Anna Scavuzzo è intervenuta ieri: «È un provvedimento che nei fatti porta a ostacolare l’esercizio della libertà religiosa» ha detto. «La circolare emanata pochi giorni fa ribadisce un approccio di difficile applicazione, presupponendo controlli nei confronti di tutte le realtà d’ispirazione religiosa e impedendo di procedere alla emersione dall’illegalità di luoghi di culto in tutta la Lombardia, con il solo effetto di peggiorare il rapporto con le comunità religiose e di incentivare la diffusione di luoghi di culto irregolari». «Per questo ha concluso – mi permetto di invitare il Pirellone a ripensare la norma in ragione del suo obiettivo dichiarato: regolamentare, e non impedire, la realizzazione di nuovi luoghi di culto, lasciare libertà di professare la propria religione nel rispetto delle norme e della Costituzione del nostro Paese, combattere il fenomeno del radicalismo religioso con strumenti realmente efficaci».

L’assessore regionale Viviana Beccalossi ha replicato: «Comprendiamo che chi ha deciso di piantare palme e banane in piazza a Duomo non possa che avere particolarmente a cuore la cultura e la religione islamica» ha premesso ironica per poi ravvisare «della malafede» nell’accusa. «La legge sui luoghi di culto e la relativa circolare interpretativa -ha spiegato – non fa altro che chiarire un concetto: in Lombardia per costruire e quindi utilizzare strutture in cui i cittadini si ritrovano, in modo continuativo e abituale, per svolgere funzioni religiose bisogna rispettare la legge». «La Lombardia non vuole impedire di professare una religione – ha concluso – ma evitare che magazzini, scantinati, macellerie e private abitazioni vengano scambiati per luoghi di preghiera».