Lombardia: 167 scuole quasi senza italiani

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“In Lombardia già 167 scuole sono a maggioranza straniera e 789 hanno una percentuale di alunni stranieri superiore al 30. Un dato su cui riflettere profondamente. La Regione sta già adottando politiche rivolte alle famiglie lombarde, come quella riguardante gli asili nido gratuiti, e proseguiremo convintamente in questa direzione. E’ chiaro pero’ che dev’essere lo Stato a intervenire, promuovendo azioni a breve e lungo termine per incentivare la natalita’ tra le famiglie italiane e per bloccare una immigrazione di massa che non fara’ altro che aggravare ulteriormente la situazione. Mi auguro che il progetto nazionale non si fermi al “fertility day”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali, citando i dati del Rapporto Orim ‘L’immigrazione in Lombardia -2016’.

IL ‘PRIMATO’ DI MILANO, BRESCIA E BERGAMO – Le cifre sulla presenza straniera nelle scuole pre-primarie, primarie e secondarie sono cresciute costantemente negli anni. Le prime tre province per numero assoluto di allievi stranieri sono Milano (39,8 per cento del totale regionale), Brescia (16,2) e Bergamo (12,3). L’incidenza percentuale raggiunta, sul complessivo delle scuole statali e non statali, di ogni ordine e grado, in Lombardia e’ del 14,3. Tra le province lombarde, l’incidenza maggiore si registra a Mantova (18,4), Brescia (17,5) e Cremona (17), dove vi e’ una particolare concentrazione di studenti stranieri nelle scuole di infanzia (Mantova: 22,2; Cremona: 20,5) e nelle scuole primarie (Mantova e Brescia: 20,8).

IN 789 SCUOLE OLTRE 30% STUDENTI E’ STRANIERO – In Lombardia le scuole che hanno piu’ del 30 per cento di alunni stranieri sono 789, pari al 10 per cento del totale, una quota doppia di quella registrata nel complesso del territorio italiano (5,1). Mantova, Cremona e Brescia presentano le quote piu’ alte di scuole sopra la soglia del 30 di stranieri.

167 SCUOLE A MAGGIORANZA STRANIERA – In Lombardia le scuole a maggioranza straniera sono 167, pari al 2,1 per cento delle scuole. 76 si trovano nell’area di Milano e Monza (3,1 per cento), 41 nel bresciano (3,7). A Mantova le 9 scuole con maggioranza di alunni stranieri rappresentano il 2,5 per cento degli istituti e a Bergamo le 15 scuole con maggioranza di iscritti stranieri sono l’1,5 per cento dell’offerta formativa.

Numeri da Grande Sostituzione. Non si possono definire altrimenti. E tutto ciò sta avvenendo ‘pacificamente’.

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E’ questo il dramma. Se si presentassero alla frontiera – che non c’è più – armati e urlanti, si invierebbe l’esercito. Chi si oppone sarebbe celebrato come eroe. E invece ‘migrano’, e allora l’invasione non conta: ma il risultato è lo stesso. Anzi, è peggiore, perché le dominazioni di eserciti, quando terminano, non lasciano che ricordi, magari terribili: in questo caso, è un’occupazione a lungo termine. L’esercito che ci ha invaso non si ritirerà, un giorno.

E veniamo a chi governa la Lombardia. Se è vero che le politiche sull’immigrazione sono nazionali, è anche vero che la Lega dovrebbe fare molto di più, almeno dove governa, per – almeno – frenare la Grande Sostituzione in attesa di una ‘reconquista’. Invece, apprendiamo, ha creato un Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità, dando l’impressione, e non solo quella, che non abbiano alcuna intenzione di combattere il tumore multietnico, ma solo di ‘osservarlo’ durante la crescita.

Tutto questo non è tollerabile da parte del movimento di Salvini. Inutile poi dire che non si vogliono moschee: per questo devi impedire che entrino islamici.

Ma non è tollerabile, in generale, che questa invasione non armata avvenga senza trovare alcuna resistenza – e capite a cosa ci riferiamo – da parte della popolazione locale. Signori: siamo in guerra, anche se nessuno l’ha dichiarata. Ci stanno invadendo: anche se nessuno lo dice. E il tumore si sta espandendo, anche se il medico dice che va tutto bene. Non va tutto bene.

Ma il futuro non è scritto. La società multietnica e il caotico degrado che porta con sé non sono inevitabili. Il futuro dipende da noi. Dipende da te che leggi. Dipende da quanti, di noi, si rendono conto che è il tempo della guerra di liberazione.