Nave Ong beccata a: “Soccorrere su appuntamento in Libia” – VIDEO

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fact_iconUsando il noto «Marine Traffic», che traccia la posizione di tutte le imbarcazioni in navigazione,  «Gefira» ha tracciato per settimane gli spostamenti delle navi delle organizzazioni non governative che pattugliano le coste libiche con una flotta di quattordici imbarcazioni, alcune dotate di droni. E secondo la fondazione olandese, nata dall’eredità di Franck Biancheri, padre del progetto Erasmus, le navi delle ONG collaborano con gli scafisti. Su questo stanno indagando, con troppa calma e in ritardo, le procure di Catania e Palermo.

Gefira, ha ricostruito i movimenti del 12 ottobre 2016 della «Golfo Azzurro», nave che batte bandiera panamense, ma gestita dalla Ong olandese Boat Refugee.

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Secondo Gefira l’imbarcazione parte fin dalla mattina in direzione della Libia diverse ore prima che venga lanciato alcun sos da gommoni di migranti.golfo-azzurro2

È solo intorno alle 19 che il centro di coordinamento marittimo di Roma segnala alla Golfo Azzurro, e ad altre tre «navi umanitarie», che c’è stato un sos da parte di una barca carica di migranti. Solo dopo le 21 avverrà l’operazione di colonizzazione per 113 clandestini, con 17 dispersi.

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Altra stranezza segnalata da Gefira: un rimorchiatore italiano poco prima è partito da Mellitah in Libia e si è diretto verso il punto a 8,5 miglia nautiche dalla costa libica dove avverrà il salvataggio. Ma a 6 miglia dalla costa inverte la rotta torna indietro. «Impossibile che non abbiano avvistato il gommone in difficoltà», dicono da Gefira, avanzando un’ipotesi inquietante: che la barca italiana abbia lasciato al largo un qualche «carico» e che la Golfo Azzurro si sia mossa in anticipo sapendo cosa sarebbe accaduto.

Ma ci sono anche alcuni punti certi. L’imbarcazione viene soccorsa direttamente in acque territoriali libiche, una pratica che spinge i trafficanti a partenze sempre più improvvisate e pericolose, come sostiene anche Frontex. Secondo Gefira, però, il giorno dopo i giornali parlavano come sempre di ‘soccorso’ «nello Stretto di Sicilia», solita fake news: tutti sanno che li vanno a prendere in Libia, come mostra il sistema di tracciamento nautico.

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La Golfo Azzurro inoltre avrebbe potuto trasportare i migranti al porto più vicino, Zarzis in Tunisia, 65 miglia a ovest, anche se certamente non sarebbe stato approdo gradito a chi ha pagato migliaia di euro agli scafisti per arrivare in Italia. La Golfo Azzurro però li accontenta, portandoli in Italia, 275 miglia nautiche a nord.