L’Area Vasta 1 di Pesaro-Urbino conferma il caso del profugo nigeriano di 34 anni colpito da una forma altamente contagiosa di tubercolosi polmonare.
L’africano è ricoverato a spese dei contribuenti in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Marche Nord. Parallelmente, la sede di Pesaro del Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha fatto scattare la profilassi per tutte le persone che sono venute a stretto contatto con il richiedente asilo dello scorso mese di aprile, quando il nome dell’uomo è stato registrato per la prima volta nell’elenco dei profughi ospitati nella struttura di Cagli gestita dalla Labirinto, prima di essere trasferito a Borgo Santa Maria dove ha vissuto in un appartamento sotto il controllo della stessa cooperativa: sono bombe biologiche.
Dal momento del ricovero, avvenuto venerdì 27 gennaio, domenica 5 febbraio sono stati individuati gli operatori, i sanitari e i conviventi che da domani verranno sottoposti al test Mantoux, seguito da un eventuale esame radiografico al torace e da una visita pneumologica. Ma chi l’ha ‘incontrato’ su treni, bus e altri luoghi chiusi? Si arrangia. Come in altre migliaia di casi di ‘profughi’ che sono infetti, ma non si sa.
Il servizio di Prevenzione dell’Area Vasta 1 fa inoltre sapere di aver allargato i controlli anche ai contatti che l’uomo ha avuto frequentando un corso di italiano per stranieri. Complessivamente, gli individui sottoposti ad accertamento sono una trentina.