PD iconoclasta: coperto bassorilievo Mussolini perché turba i Tedeschi

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Una scritta luminosa a led con la citazione di una frase di Hanna Arendt sul bassorilievo di Mussolini a cavallo per “depotenziare e contestualizzare” l’opera realizzata da Hans Piffrader sulla facciata del Palazzo delle finanze in Piazza Tribunale. “Io sono andato tante volte a Bolzano e non mi sono mai accorto di questo bassorilievo – commenta Vittorio Sgarbi – se c’è un modo per fargli pubblicità è questo”.

L’iniziativa della Giunta provinciale ha trovato forti contestazioni nel mondo dell’arte. Per Vittorio Sarbi si tratta solo di “un gruppo di imbecilli che vogliono buttare i soldi”. “In nome di un antifascismo di maniera senza alcuna relazione con la realtà”, commenta il critico d’arte secondo cui si tratta di “un’assoluta scemenza”. Le cose, secondo Sgarbi, vanno lasciate come sono: “Lì non è che c’è un culto di Mussolini, la capacità di autocensura o di limitazione delle influenze appartiene all’intelligenza di ognuno, non c’è bisogno lo sottolinei un led”.

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Per fine febbraio la Provincia di Bolzano prevede la stipula dei contratti e la consegna dei lavori, che dovrebbero terminare a maggio 2017. “Un passo importante che contribuisce ad una riflessione sulla storia comune”, per il presidente e il vicepresidente della Provincia Arno Kompatscher (Svp) e Christian Tommasini (Pd). “Un atto talebano”, invece, secondo il consigliere comunale bolzanino di Casapound Italia Andrea Bonazza.

“L’obiettivo che la Giunta Provinciale e in particolare Kompatscher e Tommasini stanno conducendo con la collaborazione del Comune di Bolzano e del Ministero dei beni culturali – spiega Bonazza all’Adnkronos – è portare a termine un progetto iniziato dai loro predecessori, che, nel 2011, stipularono un accordo con l’allora ministro Bondi per demolire i ‘relitti fascistì in Alto Adige, tra i quali anche il Monumento alla Vittoria”. “Quel tentativo – aggiunge il consigliere comunale di Casapound – venne bloccato anche grazie alla manifestazione organizzata da Cpi: non si era mai vista tanta gente in piazza a Bolzano. E ora certo non molleremo la presa”. “Siamo pronti a una grande mobilitazione per salvare il bassorilievo – annuncia Bonazza – Oltre allo sperpero di denaro pubblico per un intervento che non ha nessuna priorità rispetto ai gravi problemi e disagi che vive attualmente la città di Bolzano, infatti, non possiamo non far emergere e smascherare questo ennesimo atto talebano nei confronti dell’arte e della comunità italiana in Alto Adige, una comunità che vive in una condizione di apartheid da quasi cinquant’anni”.




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