L’immigrazione porta in Italia malattie infettive gravi. Lo sappiamo tutti. Ne sono convinti i due terzi degli italiani. Gli unici a negarlo sono politici e pseudoscienziati prezzolati.
Lo rivela il sondaggio Index Research, secondo il quale il 63,8% degli intervistati si è detto convinto che “l’arrivo degli immigrati nel nostro Paese favorisce la diffusione di malattie infettive anche gravi”. Solo un 26,5% di disinformati crede invece fideisticamente che non sia così.
E interviene subito il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, tal Giuseppe Ippolito: “l’impatto dei migranti sull’incidenza delle malattie infettive nei paesi di arrivo non è stato rilevante”. “La grande paura che i migranti portino malattie, come la tubercolosi, non cambia l’incidenza della malattia nel Paese. Tanto che – ha concluso Ippolito – la quota delle malattie infettive tra i migranti arrivati a Lampedusa è stata estremamente limitata”. Perché non fanno le analisi. Sarebbe lo stesso anche se sbarcassero prostitute di un bordello congolese: risulterebbero tutte sane, se non fai i controlli adeguati.
Giuseppe Ipplito parla anche di emergenza meningite: “In Italia l’epidemia di meningococco è ridotta solo a tre province in Toscana nella Valle dell’Arno. Non c’è in assoluto una necessità di allarme”. Queste: