I sultani di Silicon Valley vogliono censurare la Rete: un database in stile Stasi

Vox
Condividi!

Interessante e inquietante estratto di un articolo dal blog di Beppe Grillo sulla censura con la scusa delle ‘bufale’. Di quasi tutte queste cose abbiamo parlato, ma è bene ripassare:


I colossi di internet della Silicon Valley, intanto, hanno unito le forze per creare un database centralizzato che gli permetterà di bloccare contemporaneamente e in maniera “efficiente” contenuti su più piattaforme. Secondo Yahoo News, il database dovrebbe essere installato e funzionante nei primi mesi del 2017 e più aziende potrebbero unirsi. “I giganti del web,YouTube, Facebook, Twitter e Microsoft intensificheranno gli sforzi per rimuovere i contenuti ‘estremisti’ dai loro siti web con la creazione di una banca dati comune”. Naturalmente, mentre il database è venduto come un modo per censurare “contenuti terroristici” (chi non vorrebbe fermare i terroristi?!), cresce il sospetto che una volta stabilite le definizioni soggettive di “terrorista” ed “estremista”, queste, gradualmente, potrebbero presto trasformarsi in censura per tutto ciò che non è allineato e quindi “fake” secondo gli esperti del Washington Post.

Del resto, come spiega Daniel McAdams, Facebook ha annunciato che assumerà una varietà di organizzazioni di “fact-checking” per contrastare la disinformazione e bloccare le “bufale”. Il social utilizzerà, in particolare, Snopes, PolitiFact, Factcheck.org, ABC News e l’Associated Press.

Un problema sorge
: queste organizzazioni sono tra i più grandi rifornitori di notizie false che esistono al mondo.

PolitiFact ha un’intera parte del sito dedicata ad esporre i difetti dell’organizzazione.

Vox

Snopes è gestito da marito e moglie dalla loro casa in California senza alcuna esperienza in tecniche di ricerca e di indagine.

Su Associated Press e ABC News cosa aggiungere, sono quei media tradizionali che hanno rilanciato tutte le fake news che abbiamo denunciato qui.

Intanto, un gruppo di filantropi “disinteressati e imparziali” ha offerto milioni di dollari al nuovo sistema “anti-bufale” annunciato da Facebook. Chi sono? George Soros, che non ha bisogno di presentazioni. Il fondatore di Ebay, Pierre Omidyar, che ha versato oltre 30 milioni ai Clinton e alle loro associazioni di beneficenza. Poi ci sono Google, La Bill e Melinda Gates Foundation e il National Endowment for Democracy (che, come entità finanziata dal governo con i soldi dei contribuenti americani, censurerà le notizie che riterrà dannose per la popolazione).

Le “fake news” e la “cyber propaganda”, sono il canto del cigno delle corporazioni mediatiche, letteralmente disperate perché non riescono più a manipolare l’opinione pubblica come in passato. Milioni di persone grazie a Internet non credono più alle menzogne di chi ha in parte sulla coscienza la distruzione dell’ex Jugoslavia, dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Libia e della Siria. Questo li spaventa al punto che hanno deciso di demonizzare e censurare la rete attraverso la bufala delle “fake news e della cyber propaganda”.

Il Blog delle Stelle
CLICCA

La libertà di parola non può essere limitata. Qualsiasi limite è censura. Anche se vi diranno che lo fanno “per il vostro bene”. Soprattutto, se vi diranno che lo fanno “per il vostro bene”.