Starbucks, dove le donne non possono entrare per non turbare Islamici – FOTO

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“Qui le donne non possono entrare”. E ancora: “Per favore mandate i vostri autisti per ordinare”. Starbucks di Riad, che si adegua alle usanze islamiche. Del resto, come ha detto il fondatore della catena di acqua da scolo Howard Schultz: “Bisogna costruire ponti non muri”.

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Con la scusa di protestare contro il decreto esecutivo, che blocca gli ingressi degli immigrati da sette Paesi islamici, Starbucks ha deciso di assumere diecimila rifugiati. Un piano per risparmiare sul costo del lavoro che riguarderà i punti vendita di tutto il mondo e che sarà realizzato nei prossimi cinque anni.

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I cartelli di divieto, temporanei, erano dovuti al fatto che uno dei “pannelli di genere”, che in Arabia Saudita servono per separare donne e uomini all’interno di tutti i locali pubblici, era danneggiato. Starbucks aveva così deciso di vietare momentaneamente l’ingresso alle donne.

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“Da Starbucks – si era difeso il colosso americano ci atteniamo ai costumi locali fornendo entrate separate per famiglie e per single”.
“Questo significa che in origine in questo store si potevano recare solo gli uomini. Ed era l’unico di questo genere. Adesso – aveva puntualizzato la catena – grazie a questo accordo con le autorità, siamo lieti di comunicare che lo store ora è accessibile a uomini single da un lato e a donne e famiglie dall’altro”.