Violenti Conetta premiati con vacanza a Jesolo

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Una ventina di rivoltosi di Conetta è arrivata nei giorni scorsi, di nascosto, dalla base di Cona alla sede della Croce Rossa in via Levantina. A Jesolo. La Croce Rossa si conferma uno dei bracci armati dell’invasione.

La scoperta sabato, dopo la visita del parlamentare Giulio Marcon e di vari esponenti di Sinistra Italiana, alla Croce Rossa. Che entusiasti hanno annunciato l’arrivo. Una presenza che era stata paventata a suo tempo da esponenti del centrodestra di Jesolo, come Daniele Bison, che dalla sua lista civica aveva ammonito il Comune su questa possibilità.

Il sindaco, Valerio Zoggia: «Non ci è stato comunicato ufficialmente dalla Croce Rossa che siano arrivati migranti dalla base di Cona e per noi questo non è assolutamente vero».

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«Se dovesse essere confermato sarebbe molto grave», dice Bison, «intanto Jesolo ha superato le percentuali che vorrebbero al massimo una sessantina di migranti alla Croce Rossa secondo l’accordo tra Comuni e ministero dell’Interno. Eravamo a un centinaio, ora siamo a 120 circa. E il fatto grave è appunto che l’ultimo gruppo sarebbe giunto da Cona. Sappiamo che proprio da quella base sono stati spostati i soggetti più violenti e quindi chiediamo spiegazioni e vorremmo sapere le intenzioni della prefettura in merito, perché se il sindaco non fosse stato informato sarebbe inaccettabile. E comunque di migranti siriani, che sono i veri perseguitati, neanche l’ombra».

Sinistra Italiana è al contrario entusiasta in attesa dell’ufficializzazione di questo trasferimento. «Riteniamo che non ci sarebbe nulla di strano nell’accogliere nella struttura della Croce Rossa di via Levantina un piccolo numero di profughi provenienti dal campo di Cona», dice Francesco Esposito per SI, «anzi, lo riteniamo auspicabile. Viste le ottime condizioni di vita e la grande professionalità dei volontari che operano nel campo della Cri, sarebbe una cosa altamente meritoria e che darebbe lustro a Jesolo, che vedrebbe confermata la sua nomea di città dell’accoglienza».
«Per di più un’accoglienza altamente umanizzante. Sarebbe, anzi, una decisione che confermerebbe la necessità e la validità del metodo di ’”Accoglienza Diffusa’’. Ci auguriamo che la presenza della Croce Rossa a Jesolo venga valorizzata come un elemento qualificante per l’intera città e non usata per fomentare paure e alimentare odi o rancori, utili magari per raccogliere voti in vista della prossima campagna elettorale».