Eataly sostituisce italiani con profughi: “Boicottiamo Farinetti”

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“Rifugiati? Lavoro agli italiani! Boicotta Eataly!” Recita così lo striscione affisso stanotte dal movimento Generazione Identitaria Torino, presso uno dei ristoranti Eataly in città.

In occasione del decennale della catena alimentare e di ristorazione uno striscione protesta, di contrasto, “contro le assunzioni massive di extraeuropei operate dall’azienda negli ultimi anni” – si legge nel post della pagina Facebook del gruppo.

Eataly: Farinetti fa lavorare profughi al posto di Italiani, così risparmia

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“Per la precisione si tratta di più di 200 dipendenti extraeuropei, per la maggior parte profughi,” incalza il post Facebook, “fra cui alcuni rifugiati, assunti da Eataly in barba alle migliaia di disoccupati piemontesi e non.
Come identitari, noi ci opponiamo fermamente alla Grande Sostituzione anche nel lavoro, che è un diritto inalienabile prima di tutto degli autoctoni.
“Chiediamo pertanto che il lavoro sia dato prima agli italiani, che vivono da sempre in questa terra e spesso pagano tasse da una vita. Nel caso continui questa ennesima campagna “razzista” verso gli autoctoni, invitiamo a boicottare Eataly e tutte quelle aziende che assumono extraeuropei solo perchè tali o perchè fa loro comodo. Il lavoro prima agli italiani!” Conclude il post.

Eataly-connection: Renzi porta clandestini, Farinetti li assume

Nei ristoranti e negozi Eataly presenti in tutta Italia sono circa 223 i profughi (tra cui solo una ventina i rifugiati politici, gli altri sono tutti clandestini camuffati da ‘richiedenti asilo’) assunti dal grande marchio del made in Italy (in rappresentanza di ben 61 nazioni e low cost). Una politica di sfruttamento volta alla sostituzione dei lavoratori locali di cui Eataly si è approfittata con il proprio uomo al governo, il cazzaro Renzi.

Non sorprende che il patron della catena internazionale, Oscar Farinetti, abbia più volte sottolineato la sua avversità a misure di contrasto all’immigrazione, revisione Schengen, chiusura frontiere e rimpatri forzati. Lui ci guadagna.