RIGOPIANO: LA MAIL DI ALLARME CHE IL PREFETTO COCCOLA PROFUGHI HA IGNORATO

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Emergono le mail inviate e ricevute dall’hotel Rigopiano prima della valanga assassina:

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“Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”, aveva scritto la direzione dell’albergo, nella mail che pubblica il giornale locale Il Centro.

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Fino ad un anno fa è stato in Polesine a guidare la prefettura di Rovigo e gestire le varie emergenze che si sono susseguite sul territorio fra Adige e Po, da alcuni giorni è al centro dell’attenzione italiana coordinando i lavori per la liberazione delle persone intrappolate nell’hotel di Rigopiano sepolto da una valanga di neve. Prefetto di Pescara, da circa un anno è Francesco Provolo, ex prefetto di Rovigo prima di essere avvicendato, in via Celio, da Enrico Caterino.

Da martedì scorso Provolo sta gestendo, male, il complesso delle attività dei soccorritori. Provolo fu il primo prefetto chiamato a coordinare anche l’arrivo dei primi profughi in Polesine nel quadro dell’operazione Mare Nostrum.