Famiglia italiana senzacasa: “Date a noi le casette dei Rom”

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“Perché ai rom offrono tutto e a noi niente?”. La domanda Luigi Favorilli, giovanissimo padre di famiglia disoccupato, a breve senzacasa. Con una bimba piccola.
Ventitré anni, gommista, lavapiatti, aiuto cuoco, meccanico e infine disoccupato: i famosi lavori che gli italiani non vogliono fare. In realtà che non possono più fare, sostituiti da clandestini, immigrati e finti profughi. Tra pochi giorni porterà all’altare Vanessa, anche lei 23enne e madre della loro figlia di tre anni e mezzo. Da quando è nata la bimba non hanno mai avuto un tetto sopra la testa, mentre agli zingari le case le hanno regalate, così si sono ribellati e ora chiedono pari trattamento.

La coppia vive tra Lecce e Surbo, in Puglia: “Siamo stati alcuni mesi da mia madre. Poi da amici, conoscenti e ora mio cognato. La settimana prossima dovremo andarcene e non sappiamo più cosa fare”.

Nella stessa zona, a Panareo, da quasi 20 anni circa 250 zingari vivono in un campo ‘temporaneo’. Una “sosta” ventennale ricca di problemi, reti fognarie inesistenti, degrado, denunce per furti, detenzione di armi, rapine, ricettazione, sottrazione illegale di energia elettrica e via dicendo. Per loro le istituzioni locali e regionali hanno speso valanghe di soldi. Difficile quantificare il totale, sebbene nel 2013 Roberto Martella, consigliere di Forza Italia, calcolò la roboante cifra di 4 milioni di euro. Da allora i cittadini pugliesi hanno pagato al campo di Panareo altri interventi per la messa in sicurezza e la manutenzione degli immobili rovinati. L’ultimo grande investimento pubblico (2013) riguardò le abitazioni: un progetto da 933mila euro (in maggioranza di fondi regionali) per la nuova struttura di accoglienza di cui 488mila euro per abbattere le vecchie baracche e far spazio a casette unifamiliari e bifamiliari.

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Luigi e Vanessa ne vogliono una, di quelle casette: “Perché non possiamo avere gli stessi diritti dei rom?”, ribadiscono sconsolati. Un affitto non possono pagarlo. Vanessa ogni tanto riesce a fare le pulizie a casa di qualcuno per pochi euro. “Ogni mese riesco a mettere insieme 300 euro per assicurare il minimo indispensabile alla bimba”.

“Sono pronto ad andare a vivere pure nel campo rom di Panareo se necessario. Mi basta avere una stanza dove far giocare, mangiare e dormire mia figlia”.
Cristian Benvenuto, presidente regionale del dipartimento immigrazione e integrazione di Fratelli d’Italia, propone di “riqualificare l’area per le famiglie indigenti di italiani o stranieri regolari”. “Non si possono usare due pesi e due misure – afferma – con i rom gratuitamente nelle case costruite a spese dei contribuenti e gli italiani lasciati per strada. Se i nomadi decidono di pagare l’affitto, bene. Altrimenti si usino quegli appartamenti per dare futuro e dignità agli italiani in difficoltà”.

“Quando ho letto le cifre spese per il campo nomadi – dice Luigi – ho provato odio”. Non è tanto col Comune che se la prende, ma col governo: “La colpa è delle loro leggi sbagliate: non possono trattare gli stranieri da principi e noi come animali”. L’odio è il segreto. Non sprechiamolo. Convogliamolo.