CONETTA: AFRICANI MARCIANO SU PAESE, STRAPPANO STRISCIONE ABITANTI

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Hanno messo a ferro e fuoco Conetta, distruggendo suppellettili e prendendo in ostaggio gli operatori. Invece di rimandarli nei loro paesi – principalmente Pakistan e varie nazioni africane – ecco che:

Oltre duecento migranti sono scesi in corteo oggi fuori del Centro di prima accoglienza di Cona (Venezia) per ricordare la loro compagna ivoriana, 25enne, morta una decina di giorni fa nella struttura, per cause naturali.
Il corteo, che ha raggiunto il vicino paese di Agna (Padova), si è aperto con un lancio di palloncini bianchi mentre veniva esposto uno striscione con lo slogan “uno vale uno”. Ad appoggiare l’iniziativa l’Unione sindacale di base e il gruppo Coalizione internazionale Sans-papiers.

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Perché sono pilotati da giovani 60 enni che vedono nell’immigrato la possibilità di carne da cannone da utilizzare per le proprie ‘rivoluzioni’. Li vogliono usare per le loro azioni violente, irregimentati in un esercito di fancazzisti: del resto un centinaio di questi, come ha detto il procuratore Nordio, è ex guerrigliero.

La manifestazione ha avuto un grave momento di tensione, quando davanti al minuscolo abitato della frazione un fancazzista è uscito dal corteo e ha staccato lo striscione messo precedentemente dai residenti, “Conetta: 190 residenti – 1.500 profughi”.

E’ tempo di armarsi – legalmente – perché questi sono qui per noi. Per le nostre case. Per le nostre donne. Per la nostra terra. Quello avvenuto a Conetta, dove ormai sono dieci volte più degli autoctoni, è quello che avviene in Sudafrica, dove fanno questo:

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