Milano, consigliera islamica di Sala ha un cugino terrorista: arrestato in Usa

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«Ormai l’islam ortodosso se lo portano in pancia» accusa Matteo Forte, consigliere comunale che di questo tema, da anni, ha fatto una battaglia: «C’è un clima, un brodo pericoloso in cui nuota, almeno a livello locale, il Pd».

Parla di Sumaya Abdel Qader, la consigliera comunale del PD, fino a pochi mesi fa responsabile ‘Cultura’ dei centri islamici di Milano, e ora consigliere comunale del PD per il sindaco Sala, quello dei ‘ponti’.

Forte ha presentato un dettagliato dossier politico: «Pd e islamismo politico: un rapporto non occasionale». Citati alcuni casi noti, come quello del quasi-candidato Sam Aly, fotografato con un imam antisemita. Ma nel dossier è stato inserito anche un intervento della consigliera Pd Abdel Qader, che nel 2012 proponeva di sostenere la causa del cugino, detenuto nelle carceri israeliane.

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Samer Al Barq – così viene ricostruito il suo profilo – è originario del Kuwait ma si è trasferito in Giordania, poi nel Pakistan dove ha studiato microbiologia, infine in Afghanistan «per impegnarsi – si legge nel dossier – nella formazione militare». «Nel 2001 – prosegue il dossier – secondo l’intelligence viene reclutato da Al Qaeda per la produzione di armi batteriologiche» e nel 2003 «è il 67esimo dei 119 prigionieri detenuti dalla Cia tra il 2002 e il 2008». Il nominativo di Samer Abdellatif Al Barq, noto anche come Abu Bakr al Filistini, secondo quanto ricostruito, compare anche nel rapporto di una commissione del Senato statunitense, «in relazione all’utilizzo di antrace da parte di Al Qaeda e ad attività qaediste in Pakistan».

Nel suo post del 2012 su facebook, la Abdel Qader faceva presente che Samer era in sciopero della fame «per chiedere di essere trattato secondo le leggi della democrazia» e precisava che «se è in errore dovrà pagare». Ieri, commentando la conferenza stampa di Forte e Ismail, la consigliera Pd ha replicato e minimizzato, ma è chiaro nuova vicenda riapre con inaspettato clamore il caso dei rapporti fra il Pd e quell’area che Ismail ha indicato come «l’islam ortodosso». Questo caso, poi, non è che l’ultimo segnale di quello che è stato definito «un rapporto organico» fatto di associazioni, collaborazioni e candidati. Citata per esempio un’associazione, «Segnali», che annoverava nel suo «board» il segretario Pd Pietro Bussolati, oltre a esponenti musulmani di area Ucooi, fra cui il presidente del comitato «Libertà e democrazia per l’Egitto», indicata come sigla che sosteneva l’ormai deposto presidente egiziano Mohamed Morsi, leader dei Fratelli musulmani. Bussolati ha spiegato: «Le finalità dell’associazione Segnali ambivano a promuovere il confronto». Ed è proprio al Pd ( più che ad Abdel Qader) che Forte e Ismail si rivolgono: «Non chiedo – ha precisato Forte – a Sumaya di rispondere per le colpe dei parenti né di dimettersi, chiedo al Pd di prendere una posizione».

Sala è solo uno dei tanti ‘utili idioti’ che lavorano per l’invasione. Come quelli che l’hanno votato. Traditori che stanno vendendo il futuro di tutti noi ad un’orda medievale.