Forattini: “Islam peggiore nemico satira”

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«I peggiori nemici della satira sono i comunisti e gli islamici. Sono uguali, non tollerano chi la pensa diversamente, se non sei dalla loro parte sei un nemico da perseguitare. Con me l’hanno fatto sempre, con le querele, le intimidazioni, facendomi processare dai giudici che poi sono quasi sempre di sinistra, e privi di senso dell’umorismo. Non è un caso che la sinistra italiana ha sempre difeso l’Islam e sempre osteggiato la satira, perché non accetta la libertà di pensiero. La loro filosofia è sempre la stessa: scherzate su tutti, tranne che su di noi. Nella mia lunga carriera ho ricevuto querele solo da esponenti della sinistra, sono nemici della satira, come i fanatici islamici».

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«Venticinque anni fa, ero ancora a Repubblica, feci una vignetta su Maometto. Ricevetti delle minacce, avevo la polizia sotto casa – racconta Forattini – È sempre stata sgradita l’ironia sulla religione musulmana. Oddio, anche col Vaticano qualche problema l’ho avuto, ma solo delle lamentele di qualche cardinale, ma nessuna querela o minaccia».

Il vignettista Emilio Giannelli: «Tanti anni fa, quando collaboravo con Repubblica, io e Forattini fummo convocati da Eugenio Scalfari, il quale ci raccomandò di andarci cauti con le vignette sull’Islam. Ho pensato che avesse ricevuto messaggi allarmanti. Ho visto che a Charlie Hebdo ora all’ingresso, per entrare in redazione, hanno tutte queste misure di sicurezza, ma come si fa a lavorare in quel modo lì? Non sono più liberi di fare il loro lavoro, di trattare il tema della religione islamica dopo quello che gli è capitato. Le religioni, io tra queste ci metto anche il comunismo, non amano mai la satira. Ma c’è una bella differenza tra i cattolici e gli islamici. Io ho fatto un sacco di vignette prendendo in giro il Papa, ma mica mi hanno mandato le guardie svizzere a prendermi. Al massimo il Papa ti scomunica, con gli islamici invece rischi la pelle. Ormai la satira in Italia non esiste più, a meno che non fai la satira di partito, che ti adegui alla linea su cosa si può dire e cosa no, ma allora che satira è».