Udine, parchi assediati da profughi molesti: residenti fanno le ronde – VIDEO

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DAL GIORNALE LOCALE: Sono pronti a scendere in strada «per riprendere in mano il controllo del territorio». I residenti e i commercianti di viale Ungheria passano all’azione. L’appuntamento è per mercoledì 11 gennaio all’osteria “Ai Vecchi Parrocchiani”.

Per quel giorno è stato fissata un’assemblea pubblica durante la quale esercenti e abitanti discuteranno del problema sicurezza della zona che gravita a pochi passi dalla stazione. Nella petizone – ora si punta alle 500 sottoscrizioni – che verrà indirizzata al sindaco Furio Honsell vengono denunciate risse, assembramenti di profughi sotto i portici e davanti alle vetrine dei negozi e soprattutto lo spaccio di droga a cielo aperto. I residenti hanno raccolto un dossier nei giorni di scorsi di foto e filmati che testimoniano il degrado dell’area.

«Tutto ciò – si legge nel documento – ha creato un fortissimo senso di paura. Un percepibile senso di impotenza di fronte alla maleducazione. Una sensazione di abbandono da parte di chi dovrebbe impedire tutto questo. E’ una terribile sconfitta del sistema di civiltà, ordine e regole, che i nostri padri hanno creato per noi e che ora depauperiamo per la mancanza di controllo e intervento sul territorio».

«Venite – questo è l’appello lanciato alle istituzioni – in questo territorio più volte e in diversi orari per toccare con mano il degrado in cui viviamo».

Mario Cecchini è lo “storico” barbiere di piazzale D’Annunzio e non si fa alcun problema a dire che «lo spaccio di stupefacenti è ormai sotto l’occhio di tutti. Sniffano cocaina anche all’ingresso dei condomini. Creano sporcizia e hanno trasformato l’intera zona in una latrina».

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Annuiscono i clienti all’interno del locale. Sono per lo più anziani, residenti del quartiere che si lamentano per «il deprezzamento degli immobili». «Donne e bambini, invece – allarga le braccia Cecchini –, non si vedono più. Evitano queste strade e gli stessi bar e negozi».

Guarda fuori dalla sua vetrina il barbiere. «Ci vorrebbe – indica – più illuminazione e magari togliere anche qualche albero che crea ombra».

E’ Cecchini uno degli ideatori della «passeggiata nel quartiere». «Dobbiamo scendere in strada – spiega – per riappropriarci dei nostri luoghi d’incontro, delle nostre panchine. Non si tratta di ronde, ma di un controllo pacifico da parte degli stessi residenti». Franco Pittacolo è, invece, il meccanico di biciclette di via Parini. Lavora a pochi passi dal Parco Martiri delle Foibe, dove, a detta degli abitanti, «lo spaccio di droga è ormai quotidiano».

«Ma c’è anche chi fa – dichiara – i propri bisogni davanti ai passanti, ci sono auto e persone sospette. La situazione ormai è intollerabile. Qua non servono telecamere. Abbiamo bisogno della presenza della polizia municipale. E dobbiamo anche noi cittadini ricreare quel senso di comunità per riprenderci il territorio». Fabrizio Picotti ha appena firmato la petizione e ammette di aver richiesto «almeno quindici volte l’intervento delle forze dell’ordine per i continui disordini».

«Il parco ora viene utilizzato come bivacco dai richiedenti asilo. Serve una presenza costante delle forze dell’ordine perché qui abbiamo soggetti che dalle quattro del pomeriggio fino a mezzanotte creano assembramenti con le bottiglie in mano». Maurizio Tonizzo, titolare del bar Miluna all’angolo con viale Trieste, commenta.

«Qua è uno schifo. Questa gente è abbandonata a se stessa». E a dargli ragione è anche il personale della lavanderia “Noi del Lavasecco” di via Manzini. «Quando arriva la sera – dicono – non ci sentiamo più tranquilli».