Comune distribuisce cibo solo a Italiani bisognosi: denunciato

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AQUI TERME (ALESSANDRIA) – Bocciato, da cima a fondo e senza appello. Perché «ispirato a principi di esclusione e discriminazione, illegittimo.

Le a$$ociazioni che si occupano del business immigrazione si scagliano contro il bel progetto «Un aiuto nel rispetto della dignità tricolore», ideato dall’assessore all’Assistenza di Acqui, Fiorenza Salamano.

Le associazioni sono contro l’idea di distribuire aiuti alimentari agli acquesi in difficoltà economica e solo a loro, escludendo gli immigrati. Che potrebbero farseli distribuire a casa loro.

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«Qui non è neppure razzismo ma il più ristretto localismo, visto che si discriminano pure gli italiani non residenti ad Acqui da abbastanza tempo, ossia meno di dieci anni – scrivono in una bizzarra nota le famigerate associazioni Tribunale del malato, Cittadinanza Attiva, Pensa, Movimento per la Vita, Agesci Acqui 1, Aido e Gva -. I requisiti non possono essere arbitrari, irrazionali, estranei alle finalità del servizio, altrimenti dovrebbero valere anche il numero di scarpe o il segno zodiacale. ». Appartenere ad una famiglia nazionale non è un ‘requisito arbitrario’, lo è sparare cazzate dietro la dicitura di associazioni che speculano sull’accoglienza.

Sulla residenza è un normale meccanismo per evitare ‘turismo sociale’. Ogni Comune deve aiutare i propri cittadini.

Insomma, per le associazioni il progetto non va bene: «La dignità non ha colore e il criterio dell’aiuto è solo uno, il bisogno». Quindi la madre dovrebbe comprare vestiti a tutti tranne che al proprio figlio.