PRESEPE ISLAMICO: MADONNA COL BURQA, MUSTAPHA ELIMINA GIUSEPPE

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A Potenza, in una parrocchia gestita da un “prete – politico”, il Natale 2016 sarà ricordato per il ‘Presepe’ islamico

Situati alla sinistra della tavola da mensa, in una chiesa a loggia circolare, sono collocati il tipico Mustafa ed una donna col burqa. Sì, perché l’immigrofilo gestore della parrocchia ha ben pensato di sostituire la stalla con una tenda da beduino, san Giuseppe con una statuetta del Mustafa di turno e la Vergine Maria con una donna col burqa.
Non basta. Il tradizionale e vero presepe, con tanto di pastori, pecorelle, bue, asinello e grotta della natività, è prigioniero di un muro involgarito da slogan razzisti. All’esterno della muraglia, invece, è ubicato quello che evidentemente il “don”, o chi per lui, ritiene essere il vero presepe. Troneggia l’agnostico slogan della carboneria finanziaria e mondialista «Costruiamo ponti non muri», poi c’è la tenda beduina, ci sono Mustafa e la donna oppressa, c’è il Bambinello soffocato con crudeltà sotto un pannetto bianco, ci sono i personaggi in abbigliamento tipico islamista con baffoni e narghilè.

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Non mancano il cestino con la scritta “offerte” e la bandiera satanico-omosessualista con i colori dell’arcobaleno.
Evidentemente il gestore della parrocchia, che pare compiacersi di queste archeologiche, sterili e mondane polemiche, non si è reso contro che il primo costruttore di muri sembra essere proprio lui, avendo circondato gli innocenti pastori, gli animali e la grotta con la “prigione muro” che non può essersi edificata da sola, né può essere stata costruita dagli inanimati pupazzi del presepe.

Il subdolo villaggio pretende di denunciare i cristiani, ossia i personaggi del vero presepe, i quali sarebbero verosimilmente costruttori di muri e razzisti, come evidenziano le scritte decorative: “Viva la razza bianca”, etc… Ma l’ottavo comandamento non recitava: “Non dire falso testimonio, non calunniare, non adulare”? (Cat. San Pio X n° 450 ss.).
All’esterno del muro ci sarebbero, al contrario, i cosiddetti “solidali” in veste islamica, i quali rispetterebbero il vero spirito antirazzista, tanto da ospitare addirittura il Bambinello. Un’apostatica sovversione dei valori con ottusa negazione del dato storico. Bisognerebbe ricordare al “prete islamista” che quando i cristiani morivano martiri per Dio, portando vera libertà, solidarietà, antirazzismo, civiltà, benessere, cultura, progresso, scienza, arte e bellezza in tutto il mondo conosciuto, i suoi stimati maomettani tagliavano teste, depredavano, stupravano, torturavano animali per tradizione, avevano gli schiavi, i matrimoni pedofili, la donna “capra-oggetto”, negavano il progresso scientifico e demonizzavano gli artisti. Credenze ed atteggiamenti molto diffusi ancora oggi, prescritti apertamente dal Corano e dalla Sunna, che conosco! Di pessimo gusto anche la scelta del Mustafa con pantaloni corti e stretti sul polpaccio.
L’ISIS opprime e perseguita chi rifiuta di indossarli, ma forse queste cose lui non le sa. Afferma il Corano ed. UCOII: «[…] i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati! Hanno preso i […] loro monaci e il Messia figlio di Maria, come signori all’infuori di Allah, quando non era stato loro ordinato se non di adorare un Dio unico. Non vi è dio all’infuori di Lui!» (Sura IX, 30-31). Ma non erano i cristiani a costruire muri? Buon Natale e W Cristo RE!

Carlo Di Pietro