PROFUGO TERRORISTA IN ITALIA: «Sei Cristiano, ti taglio la testa»

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La frequentazione da parte di Anis Amri unicamente di detenuti tunisini, legando soprattutto con un gruppo ristretto di essi; ed episodi di contrasti violenti con un altro detenuto, che dichiarò di aver subito minacce in quanto cristiano: «Ti taglio la testa». Sono questi, a quanto si apprende, i principali motivi per cui il Dap ha segnalato al Casa, il Comitato analisi strategica antiterrorismo, comportamenti sospetti tenuti durante la detenzione in Italia dall’uomo attualmente ricercato per l’attentato a Berlino.

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Già nel corso del 2014, mentre è detenuto ad Agrigento, si verificano episodi di protesta in cella. Un detenuto con cui aveva frequenti contrasti dichiarò – a quanto risulta – di essere stato vessato da Amri affermando che lo minacciava di volergli tagliare la testa perché era cristiano e descrisse Amri con un islamista terrorista che lo voleva convertire all’Islam e per questo lo vessava. È da quel momento, nel novembre 2014, che Amri viene «attenzionato» e fino alla sua scarcerazione il Dap ha posto la sua posizione all’attenzione del Casa.