PD presenta legge per il “matrimonio aperto”: rivogliono l’osso del Pene

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Via l’obbligo di fedeltà nel matrimonio. È quanto prevede il disegno di legge presentato nel febbraio scorso al Senato e ora assegnato alla commissione giustizia di palazzo Madama. Il testo – spiega il sito di informazione legale ‘Studio Cataldi’ – consta di un solo articolo in grado di rivoluzionare però l’intero istituto del matrimonio. Nello specifico, tale articolo mira a modificare l’art. 143, comma secondo, del codice civile in materia di soppressione dell’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi.

Obbligo che, a detta dei firmatari piddini, sarebbe “il retaggio culturale di una visione ormai superata e vetusta del matrimonio, della famiglia e dei doveri e diritti dei coniugi”. La stessa giurisprudenza di Cassazione, ricordano, ha statuito che “il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale” (cfr. Cass. n. 7998/2014).

Queste parole la dicono lunga su cosa sia il PD e quale concetto di moralità abbiano anche in politica. Per loro non esiste la parola d’onore, per loro non esiste l’onore.

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Del resto, secondo lo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da Matilda Brindle e Christopher Opie, dell’University College di Londra, l’antenato dell’uomo – sempre prendendo per buona la teoria dell’evoluzione come attualmente concepita – 100 milioni di anni fa, aveva un osso nel pene. Poi l’hanno perso perché sono diventati monogami, o almeno ‘quasi monogami’.

I maschi umani sono gli unici primati a non possedere un osso penico insieme alle scimmie ragno. Tra gli altri mammiferi che non ce l’hanno ci sono anche le balene, i cavalli, i rinoceronti, i conigli, gli elefanti e i marsupiali. Per il resto il baculum (“bastone”, in latino: così è chiamato l’osso del pene) è molto diffuso nel regno animale.

Ebbene, gli antropologi britannici hanno ricostruito la storia evolutiva di quest’osso, scoprendo che iniziò a evolversi tra i 145 e i 95 milioni di anni fa. Era quindi sicuramente presente nel più recente comune antenato di primati e mammiferi carnivori. Si pensa che il baculum abbia la funzione di allungare i tempi dell’erezione ma anche quella di velocizzare l’amplesso. Il professor Opie è dell’idea che gli esseri umani abbiano perso l’osso con l’emergere della monogamia durante il periodo dell’Homo erectus circa 1,9 milioni di anni fa. Nei primati, la presenza del baculum è legata alla maggiore durata dei rapporti, essenziale per garantire alte possibilità di generare prole nelle specie poligame, in cui molti maschi si accoppiano con molte femmine. Il fatto di poter rimanere a lungo – supportati indipendentemente dall’erezione – nel corpo della partner sottrae tempo ai rivali e aumenta le chance di assicurarsi una discendenza. La poligamia e la presenza di accoppiamenti stagionali, infatti, sono fattori predittivi della lunghezza dell’osso penico nei primati.

Forse quelli del PD hanno la nostalgia del ‘bastone’.