Bimbi della scuola terrorizzati da donna in Burqa

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MODENA – Bambini spaventati. I genitori protestano con la preside per la donna “completamente coperta dalla testa ai piedi dal burqa” che terrorizza i loro figli a scuola.

I genitori hanno fatto presente alla presidee dell’istituto il loro dissenso per il per il burqa integrale indossato da una donna islamica che va a prendere la figlia.

L’incipit è obbligatorio, altrimenti i giornalisti ti saltano alla giugulare: “Questa è una realtà abituata alla convivenza tra etnie diverse – spiegano a Il Resto del Carlino – ma più di una volta i nostri bambini sono rimasti scossi nel vedere quella signora arrivare in bicicletta per prendere sua figlia all’uscita di scuola”.

“Non abbiamo nulla contro la loro cultura e la loro religione, ma quando i nostri figli ci chiedono delle spiegazioni facciamo fatica a dare risposte convincenti, specialmente se davanti a scuola vedono una donna completamente coperta dalla testa ai piedi”.

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E poi la paura di mamme e papà è che sotto quel velo nero, che copre dalla testa ai piedi, “potrebbe esserci chiunque”.

“Quando si accede ad un istituto scolastico bisogna essere riconoscibili perché è un luogo pubblico” sottolineano uniti i genitori. E aggiungono: “Sarà anche la loro cultura ma le musulmane non sono obbligate ad indossare il burqa integrale, quindi basterebbe scoprire almeno il volto per rassicurare soprattutto i più piccoli”.

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“Avevamo sperato che le cose cambiassero, ma la donna ha continuato a presentarsi con il burqa integrale. La cosa migliore sarebbe confrontarsi e capire se c’è modo di ‘alleggerire’ l’abbigliamento, nel rispetto della loro religione”.

“Non sappiamo se la preside li ha contattati ma sono due settimane che non vediamo più la donna e adesso a prendere la bambina viene sempre il marito. Forse sono stati informati delle proteste e hanno deciso di organizzarsi diversamente”.

L’unica certezza per i genitori è una: “Tutti sono liberi di vestirsi come vogliono, ma bisogna tenere conto anche delle sensibilità altrui”.

Tanto il problema, alla fine, è uno solo: devono tornare a casa loro.