La bambola ti ascolta: registra quello che dici e lo invia in America

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Bambole e pupazzi interattivi, che rispondono a quiz, domande e giocano e raccontano storie grazie a un’app sullo smartphone e a una connessione bluetooth, ma che registrano – violando le norme sulla privacy e i diritti dei consumatori – tutte le risposte e le interazioni con i bimbi che ci giocano. E’ l’allarme lanciato da diverse associazioni di consumatori tramite la loro organizzazione europea Beuc.

Senza pensare al fatto che queste bambole sono già state hackerate e sono servite per intercettare conversazioni.

Sotto la lente, in particolare la bambola parlante ‘My friend Cayla’ e il pupazzo robot ‘i-Que’, entrambi prodotti dalla Vivid: in Italia per ora non sono in vendita nei negozi in quanto l’app tramite cui ‘parlano’ non esiste al momento in italiano, ma restano comunque acquistabili online per esempio su Amazon nelle altre lingue disponibili, come inglese o francese.

Benedette siano le ‘barriere linguistiche’.

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I pupazzi tramite l’app registrano tutte le interazioni con i bambini e le inviano alla società americana Nuance Communications che le analizza tramite tecnologie di riconoscimento del linguaggio, per vendere poi le informazioni a parti terze. Inoltre per usare il giocattolo i consumatori sono obbligati a dare il loro consenso all’uso di tutti questi dati personali per trasferirli a terzi e per marketing su misura, violando tutte le regole Ue in materia. Senza contare che chiunque, grazie all’app su uno smartphone, può facilmente prendere il controllo del giocattolo da remoto senza averne l’accesso fisico. Infine, i bimbi sono inconsapevolmente esposti alla pubblicità nascosta di altri prodotti in quanto le bambole parlanti pronunciano frasi a favore per esempio di film della Disney con cui la società della app ha una relazione commerciale.

Presto pronunceranno, come già fanno in film e cartoni animati, frasi a favore del meticciamento e della società multietnica. Perché i bambini vanno condizionati fino a che sono condizionabili.

Il totalitarismo moderno ottiene i risultati che quelli precedenti ottenevano con la coercizione, attraverso la volontaria assuefazione degli utenti: Facebook, ad esempio, è una sorta di Stasi alla quale miliardi di individui cedono volontariamente informazioni, dati e immagini della propria esistenza.

Non serve obbligare le persone per dominarle, è più semplice farle diventare schiavi volontari.

Pensate a Pokemon Go, che registra la tua posizione. O un’infinità di altre APP. Pensate ad apparecchi elettronici che abbiamo in casa e che, potenzialmente, potrebbero divenire cimici per intercettazioni ambientali.