Il 4 dicembre saremmo di fronte a un bivio. Da una parte la “dittatura di ispirazione catto-comunista” se vincerà il sì, oppure “i grillini, che sono ancora peggiori” se avrà la meglio il no. È la preoccupazione che arriva dal vescovo emerito di Ferrara, Monsignor Luigi Negri.
In un’intervista al giornale cattolico “La nuova bussola quotidiana” critica le gerarchie: “c’è stato il silenzio totale su alcune preoccupazioni che la Chiesa e il mondo cattolico non possono non avere in un passaggio nodale come questo che può significare molto in senso negativo per lo sviluppo della nostra vita sociale”. E infatti per il vescovo “siamo di fronte alla eventualità non remota che si creino delle condizioni di una vera e propria dittatura, la dittatura del pensiero unico dominante”.
“Molti ritengono che in fondo questo sia l’obiettivo del premier Renzi” lo punzecchia l’intervistatore. L’invito è gradito: “a mio modo di vedere – ribatte Negri – il pericolo più grave non è neanche quello di una dittatura di ispirazione catto-comunista per quanto il catto-comunismo nelle vicende politiche sulla famiglia e sulla vita ha dato una terribile prova di sé in questi anni. Per capire la gravità del momento bisogna anche rendersi conto che oggi l’alternativa a questo sono i grillini, che sono ancora peggiori”.
Quello che ancor più lo preoccupa è “l’insensibilità del mondo cattolico che accetta di essere ridotto nello spazio dell’assistenzialismo riservatogli dal pensiero unico dominante. Dal punto di vista educativo credo sia il momento più grave nella storia della Chiesa italiana da cento anni a questa parte”. Ormai pensano solo al business, lurido, dell’accoglienza.