Dal 2010 a oggi in Turchia sono state uccise almeno 1.638 donne, quello che i cerebrolesi definiscono ‘femminicidio’. A calcolarlo è l’osservatorio ‘Kadin cinayetleri’, che tiene il conto dei delitti in ciascuna delle 81 province del Paese. Secondo i dati, la maggior parte dei delitti (41%) riguardano le donne tra i 26 e i 40 anni e sono avvenuti per lo più per mano di mariti, compagni e familiari. Inoltre, rivelano le statistiche, nel periodo considerato sono almeno 141 le donne uccise nonostante avessero già denunciato molestie e richiesto protezione alle autorità. Secondo un altro osservatorio, ‘Kadin cinayetleri durduracagiz’, i delitti dall’inizio di quest’anno sono stati almeno 230. Nei giorni scorsi, in Turchia una proposta di legge governativa ha autorizzato i matrimoni post-stupro per le spose bambine come forma di ‘riparazione. Poi è stata ritirata, per ora.
Quindi in Turchia vengono uccise 300 donne l’anno. Un dato drammatico, non come quello fasullo in Italia che serve solo a distribuire prebende alle solite Onlu$ create da boldriniane in calore perpetuo: in Italia il dato parla di 100 ‘femminicidi’ l’anno, che in realtà comprendono il dramma dei figli psicolabili che uccidono le mamme (e anche i padri) perché grazie alla legge Basaglia e alla chiusura degli OPG sono ora totalmente a carico delle famiglie.