SPACCIATORI DEVASTARONO NEGOZI E PRESERO A SPRANGATE AGENTI: ASSOLTI!

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Tutti assolti dall’accusa di tentato omicidio gli albanesi che innescarono la guerriglia urbana dell’8 maggio 2012 nel centro storico di Perugia. Per quattro di loro la Procura aveva chiesto da sette a nove anni di reclusione, ma i giudici del primo collegio presieduto da Gaetano Mautone hanno scagionato gli imputati «per non aver commesso il fatto». Gli agenti si sono presi a sprangate da soli. Le auto si sono sfasciate da sole. Le vetrine dei negozi si sono frantumate da sole.

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Fu una notte di follia: gruppi di albanesi e tunisini si sfidarono, vennero aggrediti poliziotti con bottiglie e bastoni, i maghrebini danneggiarono un’auto della guardia di finanza e le vetrine di negozi del centro.

La verità giudiziaria Tutto ciò dopo che il clan di albanesi esplose colpi di pistola e tentò di uccidere a coltellate un maghrebino. «Un fatto – secondo il Pm – commesso per futili motivi legati ad un regolamento di conti tra due distinte bande di spacciatori». Nel 2012 i cinque albanesi finirono in carcere ma ora è arrivata la sentenza di assoluzione all’esito di un processo in cui sono stati sentiti pochi testimoni. Probabilmente sono mancati i dati oggettivi per dimostrare la presenza degli imputati sul luogo dell’aggressione. Le telecamere di sicurezza sono riuscite ad inquadrare solo persone in fuga e buona parte delle accuse si reggevano sulle dichiarazioni del pusher che più volte ha cambiato versione. E’ mancata, insomma, la ricostruzione della dinamica dell’aggressione iniziata poco lontano dall’acquedotto romano e conclusa in piazza Danti davanti a testimoni e turisti impressionati. Petrazzini aveva chiesto di condannare a nove anni di carcere Ridjan Salkurti e Sina Besmir, a sette anni invece Fatjon ed Indrit Salkurti. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Daniela Paccoi, Guido Rondoni, Donatella Panzarola, Cristian Giorni e Roberto Cottini. Perché spacciare rende.