Il paese del Papa respinge i profughi: “Non li vogliamo”

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Canale d’Agordo, il paese di Papa Luciani dice no all’accoglienza profughi. Assemblea pubblica convocata dal sindaco: «Non si integreranno mai»

CANALE D’AGORDO (Belluno) – «Abbiamo tastato il polso della situazione, e abbiamo capito che la gente ha paura – spiega il sindaco Rinaldo De Rocco – Non è facile parlare di campagne di sensibilizzazione, perché il quadro non è chiaro e non c’è un progetto».

La Prefettura ha fissato un massimale teorico – molto teorico, perché una volta accettati, si moltiplicano – di 24 fancazzisti per Canale d’Agordo, che ha un migliaio di abitanti.

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«Una stima che non significa molto, non credo arriveranno tutte quelle persone – taglia corto De Rocco – Resta il fatto che Canale non ha strutture per accoglierli. E poi, ci teniamo qui questa gente a far nulla? È impensabile avere qui un gruppo di ragazzoni che stanno qui a bighellonare».
«In 15 giorni non sapremmo più cosa far fare ai profughi – commenta il sindaco – Potrebbe capitare che qualche privato metta a disposizione delle cooperative un’abitazione, ma in qual caso deve avvisare il Comune. Noi non possiamo opporci».

Qualche anno fa, in paese erano arrivati due fancazzisti, spiega, «ma non ci siamo trovati bene». «Abbiamo ricordato che ci troviamo nel paese di Papa Luciani, che ci ha insegnato la misericordia e la carità da precursore dei tempi – spiega De Rocco – Ospitare mamme e bambini non è un problema, ma i ragazzoni non li vogliamo. C’è chi parla di arricchimento culturale. Col cavolo, questi non si integreranno mai».

Anche il consiglio comunale di Falcade, paese vicino pronto alla fusione con Canale, ha espresso ufficialmente la propria contrarietà all’arrivo dei profughi. Nel Feltrino, i «no» sono arrivati da Seren del Grappa e Alano di Piave (il paese più etnicamente compromesso della provincia, con un 20% circa di stranieri residenti). I Comuni, però, non possono opporsi all’iniziativa dei privati che mettono a disposizione i propri immobili per fare affari sulla pelle della gente o alle requisizioni.