TRIESTE: QUASI 1 MILIONE DI EURO PER MANTENERE MINORI STRANIERI

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Minori stranieri non accompagnati, ultimatum del sindaco Comune di Trieste alla Regione: «Non toglierò più risorse ai miei concittadini». Dopo i circa 400 mila euro del 2015, stimati circa 250 mila nel 2016. L’assessore: «Dal 1 gennaio 2017 il comune si rifiuterà di spendere soldi del proprio bilancio per una spesa inappropriata»

Conferenza stampa dall’assessore ai Servizi e Politiche sociali Carlo Grilli e il direttore Luigi Leonardi, ma «già lo scorso 11 luglio, a una settimana dal mio insediamento, avevo scritto alla Regione di intervenire perchè in questo momento la gestione ha dei costi impropri». La legge nazionale infatti impone ai comuni l’accoglienza e la responsabilità dei minori non accompagnati che i genitori scaricano in Italia (a fronte di un rimborso da parte dello Stato di 45 euro al giorno); la Regione poi, in base a un regolamento datato 1990, rimborsa il 100% della rimanente spesa ai comuni sotto i 15 mila abitanti e l’80% a quelli più grandi, imponendo dei criteri e servizi. Questo comporta, nel caso del Comune di Trieste che ha una spesa media di 80 euro al giorno per giovane, un esborso di circa 7 euro al giorno non coperto dai rimborsi statali (45 euro) e regionali (28 euro).

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«Non contestiamo il costo elevato da parte delle strutture, sia chiaro – sottolinea Grilli e Leonardi -, ma il regolamento vetusto che mette sullo stesso piano un 17enne “senza problemi” con un bambino di 3 anni abbandonato o sottratto a una famiglia. Dopo una richiesta informale, altre lettere formali e un richiamo, in Regione c’è un rimpallo di responsabilità tra assessorato alla Salute (in cui rientrano i minori non accompagnati in generale) e quello alla Solidarietà (in cui rientrano quelli stranieri): non intendo più togliere risorse ai miei concittadini per investirli in maniera inopportuna».

Attualmente i minori stranieri non accompagnati in carico sono 108 (vedi scheda-prospetto allegata), provenienti in prevalenza da Paesi non in guerra, quali Bangladesh e Kossovo (quasi il 90% del totale) e di età superiore ai 16 anni – ha riferito l’assessore – che vengono ospitati da comunità strutturate per offrire servizi educativi e terapeutici «assolutamente sproporzionati» ai bisogni di accoglienza di questi ragazzi.

I numeri attuali dicono che al Comune nel 2016 non verranno rimborsati 250mila euro (erano stati 400 mila nel 2015) «che potrei utilizzar per soddisfare 40/45 richieste delle liste di attesa del Fondo Autonomia Possibile, per rispondere così ai cittadini con disabilità o alle persone anziane che hanno bisogni prioritari di assistenza e sostegno. Di conseguenza ribadisco che il Comune di Trieste dal 1° gennaio 2017 potrà corrispondere alle strutture soltanto l’importo proveniente dallo Stato, confidando che nel frattempo la Regione intervenga per regolamentare la materia in maniera equa e responsabile».