Terrorista islamico abitava davanti chiesa: “In questa via scorrerà molto sangue”

Vox
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Gafurr Dibrani – ne abbiamo già parlato – si diceva pronto al martirio, ma nessuno lo avrebbe mai immaginato, nemmeno, a quanto pare, i suoi famigliari (moglie, figlio, genitori e fratelli). Tanto che, quando gli agenti della Digos di Brescia hanno fatto irruzione nella palazzina comunale di via Cadimarco, i vicini di casa hanno pensato che si trattasse di un’operazione legata allo spaccio di droga.

“In quello stabile – racconta un’anziana che vive a poca distanza – ci sono solo famiglie di stranieri e nel piazzale di fronte gira molta droga: ci sono già state molte retate, mai avremmo pensato che si trattasse di terrorismo”.

La palazzina di tre piani, che un tempo ospitava una scuola, si affaccia sulla strada provinciale. Di fronte sorge la chiesa di Santa Maria Maddalena, e fa ancora più paura a pensare al ritornello condiviso su Facebook dal 24enne: “Facciamo scorrere il nostro sangue in questa via, diamo qua la nostra anima, andiamo insieme al martirio”.

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Nato in Kosovo ma cresciuto nel piccolo comune della Bassa Bresciana, dove è arrivato a solo 13 anni, ha studiato alle scuole medie di Gambara e frequentava i negozi e i bar di Fiesse quotidianamente. Quasi tutti i commercianti lo conoscono di vista e lo descrivono come un ragazzo molto educato e cordiale: “Uno che non hai mai creato problemi”.
“Sono stata la sua vicina di casa per anni – racconta una donna -, ma oltre i normali convenevoli non siamo mai andati: era molto riservato. Spesso lo vedevo indossare la tunica tradizionale e recarsi in un capannone qui vicino, dove si ritrovano a pregare, ma non avrei mai pensato che fosse un potenziale terrorista.”

Si chiama Taqiyya, da Wikipedia: “La taqiyya indica, nella tradizione islamica è la possibilità di nascondere o addirittura rinnegare esteriormente la fede, di dissimulare l’adesione a un gruppo religioso, e di non praticare i riti obbligatori previsti dalla religione islamica (ad es. la Ṣalāt). Il fine consiste nel non destare sospetti, simulando un atteggiamento accondiscendente e non antagonista, all’interno di una comunità “ostile” verso il singolo credente o l’intera comunità. Il termine arabo è traducibile in ambiguità o dissimulazione, menzogna”.

Sono tra noi. E sono mimetizzati. Ogni islamico è un possibile terrorista.