Barricate bloccano requisizione hotel anche a Verona

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Marcello Poiani non è ben visto dai suoi concittadini. Sua madre e sua sorella sono le proprietarie dell’hotel Cristallo e in paese tutti credono che la requisizione sia in realtà un accordo mascherato con la prefettura.

«Tanti non mi salutano più ma io sono qui, a testa alta – dichiara lui – noi abbiamo subito una requisizione forzata, da paese comunista. Non abbiamo nessun interesse economico da difendere. Io abito qui, ho qui i miei figli, quell’albergo non vogliamo darlo ai profughi». Sono almeno cinquecento le persone accorse a Beccacivetta per il corteo organizzato da «Verona ai Veronesi». Una manifestazione teoricamente apartitica e apolitica, cui ha partecipato anche il sindaco Antonello Panuccio, ma dai toni e dai contenuti ben caratterizzati. Uno dei leader è Luca Castellini, storico esponente di Forza Nuova che, tra uno slogan e l’altro contro l’immigrazione, il prefetto, gli albergatori e il governo, esorta i manifestanti a «sputare in faccia ai giornalisti».

Il corteo è stato coperto a reti unificate: troupe di Agorà (Rai 3), Dalla Vostra Parte (Rete 4), La Gabbia (La 7) e gli obiettivi delle telecamere puntano subito su una rissa sfiorata tra Castellini e compagni e un gruppo di venetisti guidati da Lucio Chiavegato. Questi ultimi, al grido di «Albergo! Albergo!» provano ad aizzare la folla ad occupare la provinciale e raggiungere così il Cristallo (che era presidiato dalle forze dell’ordine). I primi, nell’insolita veste di «pompieri», premono per seguire il percorso concordato con la questura per le strade di Beccacivetta. Alla fine prevale questa linea. Torce e bandiere (tricolori e di Verona) alla mano, il corteo si snoda a quel punto in modo del tutto pacifico. Per «Verona ai Veronesi» si tratta dell’ennesima iniziativa di questo tipo. Il coordinamento da circa un anno a questa parte organizza cortei «a chiamata» contro l’immigrazione in ogni angolo della provincia. Negli ultimi mesi, in parallelo all’aumento degli arrivi di richiedenti asilo, è stata un’escalation: Legnago, Tregnago, Pescantina, fino a Castel d’Azzano.

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«Non ci scagliamo tanto contro l’immigrato, che secondo noi è una semplice pedina, quando contro chi governa e partecipa alle politiche per l’immigrazione – dice il portavoce Alessandro Roncani – dal prefetto, ai sindaci che sono per l’accoglienza, alle cooperative che lucrano su questo business, agli albergatori che mettono a disposizione le loro proprietà».

Poi, anche a Verona, la notizia che la requisizione è ‘rimandata’. Il governo ha paura: le barricate vincono ovunque. Chi si ribella vince. Chi subisce è fottuto.