Finisce a botte e a colpi di carte bollate la vicenda del villaggio turistico “Oasi del Sangro”, dove era ospitata fino a qualche tempo fa una trentina di migranti.
Dopo la chiusura della struttura disposta dal Comune, il proprietario della struttura M.C. ha denunciato per lesioni gravissime il gestore M.L., colpevole a suo dire di avergli procurato delle fratture al viso giudicate guaribili in 30 giorni. Il proprietario, infatti, a seguito delle percosse ricevute dal gestore ha dovuto far ricorso alle cure dei medici del reparto specialistico maxillo-facciale del San Salvatore dell’Aquila, dove il proprietario della struttura “Oasi del Sangro”, è stato trasportato dopo un primo ricovero all’ospedale di Castel di Sangro.
La lite che ha portato alla denuncia del gestore è nata dopo l’arrivo a Castel di Sangro di una trentina di extracomunitari che dopo la chiusura del villaggio turistico sono stati trasferiti in alcune strutture di Sulmona.Subito dopo l’aggressione dalla quale è scaturita una denuncia del proprietario nei confronti del gestore per lesioni gravissime, è nato un contenzioso che ha portato il comune di Castel di Sangro a disporre la chiusura della struttura ricettiva proprio a tutela dei migranti.
«L’ordinanza emessa dal Comune di Castel di Sangro con la quale è stata disposta la momentanea chiusura del villaggio turistico “Oasi del Sangro” che ospitava i migranti è atto dovuto», afferma il legale del proprietario della struttura ricettiva, l’avvocato Aldo Di Ianni.
«Va ulteriormente evidenziato», prosegue il legale, «che solo i violenti contrasti sorti con l’occupatore della struttura hanno ritardato l’intervento, di qui l’ordinanza sindacale, e la impossibilità prima della stessa di realizzare l’intervento già in cantiere».
«Va ulteriormente evidenziato», prosegue l’avvocato Di Ianni, «che tra l’altro il gestore di fatto dell’impianto non ha mai provveduto a fornire la struttura turistica di polizza assicurativa a garanzia degli ospiti. Nè a pagare alcun canone di locazione. Di qui l’immediata denunzia di risoluzione del contratto di locazione».
«Appare del tutto inverosimile», conclude l’avvocato Di Ianni, «l’affermato spirito solidaristico che avrebbe animato il gestore della struttura nell’ospitare i fratelli migranti proprio nella condotta tenuta dal gestore dell’impianto affidatogli». Insomma, la questione migranti resta sempre d’attualità.