PROTESTE IN TUTTA ITALIA CONTRO BUSINESS PROFUGHI

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Fine settimana di protesta in tutta Italia contro il business dei finti profughi. Da nord a sud hanno sfilato gli Italiani che dicono NO all’invasione.

Tre esempi. Veronese:

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Slogan contro il «business dell’accoglienza», fiaccole e fumogeni. Ma anche insulti contro il sindaco Clara Scapin e l’assessore Claudio Marconi per come è stato gestito l’arrivo di 50 profughi a San Vito di Legnago. Oltre 300 persone, provenienti da tutto il Legnaghese e da altre zone della provincia, come la Valpolicella, hanno partecipato al corteo «Alziamo la testa» organizzato l’altra sera, nelle vie del centro storico, dal Comitato Difesa Bassa Veronese e dal gruppo Verona ai Veronesi. I componenti delle due associazioni sono tornati a sfilare nella città del Salieri a due mesi di distanza dal sit-in svoltosi lo scorso luglio davanti alla stazione ferroviaria. Denunciando, questa volta, i problemi legati all’invio dei migranti in una villa della frazione.

Reggio Calabria:

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Protesta spontanea, nel quartiere di Archi Cep, alla periferia Nord di Reggio Calabria, di una cinquantina di residenti. La presenza di un centro di prima accoglienza per minori non accompagnati, allestito nella sede di un ex facoltà dell’Università, sta diventando sempre meno tollerata. Vi sono ospitati oltre 300 minori provenienti, per lo più, da Paesi del subsahara. Alla base della protesta, secondo quanto riferito dai manifestanti, molestie, anche a sfondo sessuale, nei confronti di donne nel percorso dalla fermata del bus fino a casa o in strada mentre percorrono in auto le vie del quartiere. Ma anche la mancanza di regole nel Centro, che consente l’uscita a qualsiasi ora dei ragazzi ospitati che sono costretti a girovagare per il quartiere.

Cagliaritano:

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Manifestazione di protesta questa mattina a Monastir, Cagliari, contro la trasformazione dell’ex scuola di Polizia penitenziaria in centro di accoglienza per migranti (Cpsa). Dopo l’assemblea cittadina di ieri, questa mattina la sindaca di Monastir, Luisa Murru, gli appartenenti al Comitato contro l’apertura del Cpsa e numerosi residenti, circa 150 persone, si sono presentate davanti ai cancelli dell’ex scuola di Polizia penitenziaria per manifestare il loro dissenso.

All’interno erano in corso alcuni lavori e due autospurgatori sono uscite dall’area dell’ex scuola mentre era in corso la manifestazione. Quando i due mezzi hanno cercato di fare rientro per continuare i lavori sono stati bloccati dai cittadini per una ventina di minuti. Poi i lavori sono proseguiti regolarmente.

“Noi continueremo la nostra protesta – ha sottolineato la portavoce del Comitato contro il centro di accoglienza a Monastir, Alessandra Sedda – ma ci stanno lasciando soli. Non sappiamo quante persone devono venire e nemmeno quando li porteranno. Faremo il possibile per proseguire la protesta unendoci anche con gli altri comitati che sono sorti a Pula, Siliqua e Mandas”.

I cittadini hanno raccolto anche l’appoggio di Noi con Salvini Sardegna: “È importante difendere le comunità locali dalle distruttive politiche dell’accoglienza imporre dall’alto, senza alcun coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali”.

E’ la democrazia di Renzi: nessuno vuole i clandestini, lui continua a vomitarli ovunque. Cancelliamolo.