ROMA: MARCIAPIEDI INVASI DA ISLAMICI, ESIGONO MOSCHEE

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L’hanno rifatto. Duemila islamici a culo all’aria sul marciapiede, e una distesa di scarpe sul ciglio della strada. Quella di ieri è stata la terza preghiera all’aperto organizzata dagli islamici a Roma. La nostra capitale, nell’ultimo mese. Una protesta contro le chiusure delle moschee abusive in garage e seminterrati. Dopo Torpignattara e il Pigneto siamo all’Esquilino, rione simbolo della Roma stuprata dall’invasione multietnica.

Due i turni di preghiera, megafoni in un angolo per il richiamo del muezzin. Tutto abusivo. Tutto all’aperto. Con un ridicolo presidio della Questura che ha autorizzato la manifestazione abusiva per strada: complimenti al Questore, lo stesso che mesi fa fece manganellare gli Italiani che protestavano contro l’arrivo di altri abusivi vicino alle loro case.

Il marciapiede sul lato orientale della piazza è fitto di fedeli rivolti a La Mecca, dai finestrini del tram che quasi li sfiora, passando sui binari al centro della via, i curiosi tirano subito fuori i telefonini. Qualche automobilista incredulo chiede ai vigili cosa stia succedendo. Servirebbero le ruspe.

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“Siamo abusivi? Sì ma lo Stato italiano non ci ha mai fornito alternative, di fatto non garantendo l’articolo della costituzione. Non c’è alcun percorso burocratico che garantisca la realizzazione di un luogo di culto islamico degno che possa non essere conforme alla destinazione d’uso urbanistica” ha spiegato tal Bacchu Duuhmcatu, dell’omonima associazioni di musulmani bengalesi. Quelli che stanno devastando Roma con i loro ‘negozi’. Ora abbiamo i bengalesi che ci vengono a parlare di Costituzione. Islamici che parlano di Costituzione: loro che negano la parità di diritti delle donne, di fatto violandola.

“Tutto è soggetto alla (non) volontà della politica, che ha preferito il sorgere di centinaia di centri islamici in Italia “mimetizzati” sotto forma di sedi di associazioni”. Gli fa eco Hamza R.Piccardo, presente alla preghiera, noto rinnegato italiano, responsabile di varie associazioni musulmane nel Paese. “Siamo una nazione multiculturale ma continuiamo a ignorarlo, a fare finta di non vederlo”.

No, non siamo una nazione multiculturale: siamo quelli che siamo sempre stati, con un certo numero di ospiti. Temporanei. Fidatevi.