Referendum No Moschea a Pisa: firme valide, nonostante il PD

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Ecco cosa sta accadendo davvero a Pisa.

Una analisi dei fatti:

Per indire il referendum consultivo (sulla moschea), previsto dall’articolo 58 dello statuto comunale di Pisa, servivano 1800 firme, cioè almeno il 2,5% degli elettori, e la scadenza era il 22 agosto.

La raccolta si è svolta in condizioni molto difficili: il caldo estivo, la città semideserta, la scarsa copertura da parte dai giornali locali e l’ostilità della sinistra filoislamica, sempre pronta ad accusare di “razzismo” e “xenofobia” chi la pensa diversamente. Ciò nonostante i volontari del Comitato No Moschea, una decina di cittadini che hanno rinunciato alle proprie ferie, sono riusciti a raccogliere ben 2620 firme, superando ampiamente la quantità minima richiesta.

https://it-it.facebook.com/comitato.nomoschea/

Il comune di Pisa però ha trovato un modo (temporaneo) di bloccare il referendum, facendosi forte del parere di alcuni consulenti giuridici, i “garanti”, che per inciso sono le stesse persone che a primavera 2016 hanno dichiarato il referendum ammissibile e non in contrasto con la costituzione.

Il quesito referendario proposto dal Comitato NoMoschea è inattaccabile giuridicamente, infatti non nega agli islamici (che peraltro non hanno MAI stipulato intese con lo stato italiano, contravvenendo al comma 3 dell’articolo 8 della costituzione italiana) la “libertà di culto” ma chiede che il terreno dove dovrebbe sorgere la moschea sia adibito a giardino. Un cambio di destinazione del suolo simile a quelli decisi in altre città, dove si è votato sull’opportunità di costruire o meno un inceneritore, una stazione ferroviaria o un centro commerciale.

Il 14 settembre, a raccolta firme ultimata, e dopo quasi tre settimane di incomprensibile silenzio, i garanti hanno rigettato oltre 2300 firme REGOLARI, ovvero tutte quelle autenticate dai consiglieri provinciali Gianluca Gambini di Forza Italia e Luca Fracassi di Fratelli d’Italia. Hanno dichiarato ammissibili soltanto le circa 300 firme raccolte presso gli uffici elettorali del comune e le circoscrizioni e autenticate da impiegati del comune.

Parafrasando ciò che scrisse il poeta latino Giovenale (I secolo d.C.) nella sua VI Satira, Quis custodiet ipsos custodes? «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?»,  ci si potrebbe domandare «Chi garantisce per i garanti?»

Benchè questi esperti professionisti – un ex-magistrato, un avvocato, un docente universitario di giurisprudenza – siano ottimi conoscitori del diritto, le loro esperienze professionali passate e presenti lasciano intuire una vicinanza al PD (questo è l’orientamento politico prevalente all’interno della magistratura e del mondo accademico italiani).

Ebbene, secondo il parere espresso dai “garanti” i consiglieri provinciali non sarebbero “idonei” ad autenticare le firme.

Ma la legislazione dello stato italiano è chiara su questa materia.
(art. 14 della legge 53/1990 e modifiche, leggi 130/1998 e 120/1999). In particolare:

“2. Al comma 1 dell’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, come sostituito dall’articolo 1 della legge 28 aprile 1998, n. 130, dopo le parole: “i cancellieri e i collaboratori delle cancellerie” sono inserite le seguenti: “delle corti di appello,”; ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “Sono altresì competenti ad eseguire le autenticazioni di cui al presente comma i CONSIGLIERI PROVINCIALI e i consiglieri comunali che comunichino la propria disponibilità, rispettivamente, al presidente della provincia e al sindaco”.

Anche sul sito del comune di Pisa è ben spiegato chi può autenticare le firme:
http://www.comune.pisa.it/it/ufficio-scheda/7203/Autenticazione-firme-elettorali.html

(IMMAGINE ALLEGATO 1 – REGOLAMENTO)

regolamentoautenticatoripisa

Copia di backup del sito salvata online il 4 ottobre 2016, nel caso in cui il comune modificasse la pagina web:
https://web.archive.org/web/20161004104743/http://www.comune.pisa.it/it/ufficio-scheda/7203/Autenticazione-firme-elettorali.html

E una recente sentenza del Consiglio di Stato (16 giugno 2014) ha RIBADITO che i consiglieri provinciali hanno la facoltà di autenticare le firme in ogni occasione (referendum, presentazione di liste alle elezioni amministrative, politiche et cetera) e su tutto il territorio della provincia.

http://www.gazzettaamministrativa.it/opencms/opencms/_gazzetta_amministrativa/_permalink_news.html?resId=5f35c85f-f56c-11e3-bc49-5b005dcc639c

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La sentenza completa è QUI per chi volesse approfondire: goo.gl/ubVztv

E per ultimo un documento – che può e deve essere pubblicato considerando che la pubblica amministrazione ha il dovere di essere trasparente – datato 8 agosto 2016, contrassegnato dal numero di protocollo 71490 e firmato dal sindaco e presidente della provincia Marco Filippeschi in cui si autorizza il consigliere provinciale Luca Fracassi ad autenticare le firme sulla base delle leggi vigenti (citate prima).

(IMMAGINE ALLEGATO 2 – AUTORIZZAZIONE FIRMATA)

autorizzazionefirmata

Ovviamente i sostenitori del Comitato NoMoschea non hanno intenzione di subire questo sopruso. Faranno ricorso contro la decisione dei “garanti” e lo vinceranno, perché la legge è dalla loro parte.

Ma ci vorranno mesi e sarà necessario rivolgersi ad avvocati e tribunali per garantire ai cittadini pisani un diritto basilare, cioè l’esercizio della sovranità popolare (art. 1 costituzione italiana).

L’amministrazione comunale, palesemente in malafede, sta bluffando, come i giocatori di poker.

Il sindaco sa benissimo che le firme sono state autenticate in modo REGOLARE (con la sua autorizzazione firmata!) e che la battaglia legale sarà vinta dal Comitato NoMoschea. Ma conta sulla proverbiale lentezza della giustizia italiana.

Questo stratagemma, avallato dal parere del “garanti”, serve a concedere tempo prezioso agli islamici (che invece hanno perso un ricorso contro i NoMoschea presentato in tribunale ad agosto) e permettere loro di tirare su in tutta fretta la moschea prima che si tenga il referendum.

Per pagare le spese legali i volontari del Comitato NoMoschea hanno deciso di autotassarsi, senza farsi intimidire dal clima avvelenato e dalla campagna diffamatoria messa in piedi dalla sinistra, che ha cercato di farli passare per truffatori; gli attacchi verbali più violenti sono provenuti da rappresentanti di SEL, partito che oscilla come un pendolo impazzito tra realtà antitetiche come la sharia e l’ideologia gender e che ha mandato in parlamento Laura Boldrini.

I NoMoschea hanno organizzato una cena di autofinanziamento il 7 ottobre (anniversario della Battaglia di Lepanto del 1571, a cui parteciparono anche i Cavalieri di Santo Stefano provenienti da Pisa, che contribuirono alla vittoria della coalizione cristiana sui Turchi). Il primo ristorante a cui si sono rivolti ha subito delle minacce su internet: esponenti della sinistra antagonista hanno invitato a “boicottare e punire” i locali che ospitano gli “xenofobi”. Il ristoratore si è spaventato tirandosi indietro ma i NoMoschea hanno trovato un altro locale (di cui non hanno reso pubblico il nome; gli inviti avverranno tramite passaparola tra amici) e l’evento si terrà come previsto. Non la daranno vinta a chi usa metodi mafiosi e squadristi e vuole impedire ai propri concittadini di votare.

Invece agli islamici, che recitano la commedia dei “poveri migranti” per ottenere sussidi, assistenza sanitaria, case popolari et cetera, il denaro non manca.

I fondi per costruire la moschea, 4 milioni. sono già stati trasferiti in Italia e sono nella disponibilità dell’UCOII; ma provengono dal QATAR, finanziatore di quasi tutte le comunità islamiche europee, dei Fratelli Musulmani e dell’ISIS. E per “puro caso” il Qatar è indicato da fonti attendibili come il probabile salvatore del Monte dei Paschi, la cassaforte del PD sull’orlo della bancarotta.

http://www.corriere.it/economia/16_settembre_24/aumento-capitale-montepaschi-l-opzione-fondi-qatar-db1a42ba-81c6-11e6-bb54-ccc86a7805dc.shtml

I compagni di merende di babbo Boschi si “ricapitalizzano”, i collaborazionisti ricevono orologi d’oro come premio per la loro dhimmitudine e la Toscana, in spregio alla memoria di Oriana Fallaci, si riempie di minareti, donne velate, venditori di kebab, macellerie halal e “profughi” che integrano la paghetta spacciando hashish nelle strade delle città e dei borghi medievali. Fino a quando uno di loro non diventa “depresso” e si fa esplodere sotto alla torre di Pisa o davanti agli Uffizi (lo scorso agosto è quasi successo…)

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/pisa-fermato-terrorista-tunisino-voleva-far-saltare-torre-e-aeroporto-2527464/

Come nota conclusiva: a chi obietta che il referendum sulla moschea è “solo” consultivo, si può rispondere che anche il referendum sulla Brexit non era legalmente vincolante, ma in seguito alla sconfitta il primo ministro Cameron si è dimesso e ritirato dalla politica e la nuova premier May ha già applicato l’articolo 50 del trattato di Lisbona che permetterà al Regno Unito di uscire dalla UE entro marzo 2017.

All’estero (Inghilterra, Svizzera, Ungheria) la volontà dei cittadini viene tenuta in grande considerazione e rispettata.
In Italia l’establishment è terrorizzato dalla democrazia e vuole ridurre sempre di più la sovranità popolare introducendo “riforme” aberranti (come il senato non elettivo) suggerite a Renzi e soci dagli speculatori finanziari di oltreoceano.

L’interessante e puntuale disamina è stata inviata a Vox da un lettore