DONNA MASSACRATA DA PROFUGO: PROTESTA DAVANTI ALLA TENDOPOLI

Vox
Condividi!

«Quella belva mi ha ridotto così per 10 euro, se me li avesse chiesti gliene avrei dati di più». La vicenda:

ROMA: PROFUGO LE SPAPPOLA MILZA PER RAPINARLA VICINO CENTRO PROFUGHI

L’aggressore, il solito ‘profugo’, arrivava dalla tendopoli di Monteverde, lo sanno tutti, ma non si può dire: che ha quasi ucciso la 65enne a calci. Per 10 euro. «Un giovane alto, magro e nero» aveva raccontato il giorno dopo l’intervento per l’asportazione della milza al San Camillo la vittima.

Monteverde ieri pomeriggio ha chiesto a gran voce di «smantellare» la tendopoli allestita nel piazzale della Croce Ro$$a. C’erano le famiglie a protestare davanti all’ingresso a Via Ramazzini. «450 profughi in 50 tende che di profughi non hanno proprio niente» dice Mauro Squillaci, 41 anni, padre di due bimbi piccoli, ex Alitalia oggi handler aeroportuale, leader morale del «Comitato spontaneo per la sicurezza di Monteverde».

«Il quartiere è ormai stretto tra tre fuochi, la tendopoli e il vecchio ospedale Forlanini, sempre più terra di nessuno dopo la chiusura, e i nomadi dei campi abusivi della Magliana che rinascono a ogni sgombero», denuncia.

Vox

«Hanno tolto il centro per i bambini disabili per dare spazio a loro» spiega una signora.

L’identikit c’è. Lo ha fatto proprio la signora aggredita nel locale dell’associazione in via Rivaldi, a 300 metri dalla tendopoli, dove martedì pomeriggio era «capitata per caso» aveva raccontato, «per sostituire una persona che doveva assentarsi». Alla manifestazione di ieri doveva esserci anche il marito Giacomo, rimasto invece al capezzale della moglie, trasferita in Cardiologia, per sopraggiunti problemi cardiaci, «mai avuti prima». «Quella belva umana, oltre ad avergli rotto le costole e spappolato la milza, le ha distrutto anche il cuore» ha esclamato affranto con un filo di voce al telefono il marito Giacomo».

Il quartiere residenziale, a due passi dal centro, vive una situazione definita dai residenti «tragica». Lorenzo, 45enne romano, che risiede a Monteverde da sempre sintetizza i maggiori problemi di coesistanza forzata. «Abbiamo tossici, zingari e adesso immigrati clandestini – racconta – Questa situazione è una bomba a orologeria innescata, non si può pensare di agglomerare in 500 metri tutti questi problemi». Paola, un’ex insegnante di sostegno per bambini con handicap, racconta: «Prima della tendopoli tutte le domeniche, dopo la messa, aiutavo i bambini con handicap. Facevamo un giretto dentro al comprensorio della Croce Rossa ora non è più possibile». Tra i manifestanti ci sono anche gli amici della signora aggredita.

«Siamo nella giungla non siamo più sicuri in casa nostra – dice una certa Anna, in piena sindrome di Stoccolma – . Per l’accoglienza possiamo anche essere d’accordo, anche se sarebbe meglio aiutarli a casa loro, ma almeno che questi ragazzi facciano servizi utili per la società invece di delinquere in giro. Sono amica della signora aggredita e siamo spaventati tutti per quello che le è successo. Lei è davvero una bella persona, non se lo meritava».

«E so quanto sia buona è pronta all’accoglienza. Lei e il marito sono stati tra i primi ad accogliere i bambini di Chernobyl negli anni 90. Dobbiamo dire basta a questo schifo, non possiamo vivere nella paura». Questa zona è sempre stata tranquilla, piena di italiani, da qualche mese che c’è un livello di accattonaggio insostenibile. Non ci bastavano gli zingari ora anche i clandestini. È uno schifo totale».

Vedremo cosa si inventeranno le ‘autorità’. Prenderanno un italiano e lo metteranno sul lettino ad abbronzarsi?