Niente ‘sposini’ gay a Favria, Comune di 5.200 abitanti in provincia di Torino. Il sindaco Serafino Ferrino resiste all’imposizione di un Parlamento illegale e si rifiuta di celebrare l’unione (in)civile di due gay.
“Non me la sento di andare contro precisi dettami etici che mi appartengono. E in questa posizione sono certo si trovino tantissimi sindaci in Italia”.
“Il ‘matrimonio’ non è stato impedito – precisa il primo cittadino – ma non ho intenzione di delegare nessuno. Questa legge è un errore e non vedo perché un sindaco debba essere obbligato a rispettarla andando contro i propri principi etici”.
Ai due è stato proposto che a celebrare la farsa sia il responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune: il funzionario, infatti, può farlo senza la delega del sindaco. Non dovessero accettare, i dovranno trovarsi un’altra sede. Dante saprebbe quale.
Il ‘matrimonio’ gay è solo un altro tentativo di disarticolare il tessuto sociale. Per indebolirla e renderla più malleabile all’invasione in corso.