MILANO: Ragazza disabile sfrattata, case popolari sono per profughi e immigrati

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Da un giornale locale di Milano:

Un incidente che divide la vita tra “prima” e “dopo”. Prima, una vita normale, come tante. Una casa, un lavoro, un compagno. Dopo, mesi e mesi di ricovero in ospedale. La sedia a rotelle. La (lunga e faticosa) riabilitazione. E non solo: perché la ragazza di 28 anni protagonista di questa vicenda nel frattempo perde il lavoro, si vede finire la relazione con il compagno e, il 20 settembre, viene anche sgomberata dall’appartamento.

Era sotto sfratto da tempo: perso il lavoro, non era più riuscita a pagare il canone di locazione. Più volte ha chiesto al comune di Milano la possibilità di un appartamento adeguato al suo nuovo stato («la mia casa attuale, quella da cui sono stata sgomberata, non era ‘adatta’ ai disabili», spiega a MilanoToday, «ma l’ho ‘adattata’ io in qualche modo»), ed è stata inserita in graduatoria per le case popolari. Ma gli impiegati le davano sempre la stessa risposta: «Non abbiamo case per disabili disponibili».

L’assistente sociale ha dato alla ragazza un’unica possibilità: la sistemazione in una casa di accoglienza. «Completamente inadatta alla mia situazione», spiega la giovane, che appena ha messo piede nella struttura si è resa conto che non c’è alcuna privacy, è molto complicato effettuare gli esercizi di riabilitazione assolutamente necessari per lei, e soprattutto gli altri ospiti sarebbero quasi tutti con problemi psichiatrici.

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Intanto, su un altro giornale locale di Milano:

Su richiesta del Comune di Milano, la Casa della carità ha aperto le porte a 58 profughi. Da lunedì notte nella sede di via Brambilla 10, sono accolti uomini, donne e bambini, tra cui alcuni minori non accompagnati, provenienti da Eritrea, Siria, Afghanistan, Somalia ed Egitto.

Il presidente della Fondazione, don Virginio Colmegna, spiega: “Abbiamo messo a disposizione il nostro auditorium, come tante altre volte in passato è successo, essendo già tutti occupati gli altri posti disponibili in Casa della carità. L’abbiamo fatto per evitare che tanti bambini e tante famiglie dormissero per strada”. Tutti i profughi accolti saranno seguiti da mediatori culturali, medici e avvocati e usufruiranno di tutte le strutture della Casa.

E ora diteci che è ‘normale’.