VITTORIO VENETO – Alle prossime elezioni per i consigli di quartiere potranno partecipare anche gli immigrati che siano in possesso di residenza, quindi anche i sedicenti profughi. Così il PD svela il suo vero obiettivo: non solo soldi per le sue coop, anche carne da urna.
Sono almeno una sessantina gli ospiti tra il Ceis e la Carita$ con la ‘residenza’. Clandestini con la residenza: perché hanno fatto richiesta di asilo, ma solo il 5% la otterrà. Ma intanto il PD li farà votare in una elezione posticcia e illegale.
Protesta la Lega con il segretario nazionale Toni Da Re: «Già che ci siamo – insiste, ironizzando, Gianluca Posocco, consigliere comunale della Lega Nord – perché i profughi non presentano anche loro rappresentanti? Vuoi vedere che dalle urne di Sant’Andrea e Serravalle usciranno consiglieri tutti loro»? Se per l’avvocato Graziano Carnelos, consigliere comunale del Pd, l’opportunità del voto è il riconoscimento di un diritto di partecipazione democratica, oltre che di integrazione, per Da Re vale l’opposto: «Questa è pulizia etnica, si vuole sostituire con gli stranieri una parte della cittadinanza, per garantirsi il voto; in ogni caso avremo modo, finalmente, di conoscere quanti profughi sono stati regolarizzati dalla sinistra e, di conseguenza, di quanti dovremmo farci carico».
Secondo l’ex sindaco, infatti, i profughi peseranno nel bilancio dei servizi sociali del Comune. Il voto avverrà contestualmente a quello del referendum costituzionale, per cui non è stata ancora decisa la data. I consigli di quartiere sono 7 e ciascuno è composto di 7 delegati.
Le urne saranno attive nelle scuole dove si voterà per il referendum, ma in stanze diverse dai seggi nazionali. Ma si sa, potrebbero sempre tornare utili.