Al bando della Prefettura, la cooperativa Liberitutti aveva risposto offrendo cinquanta posti per richiedenti asilo. Ma, come in un gioco a incastri in cui le cifre non tornano, quei posti non ci sono. O meglio: al momento ne mancano all’appello ancora una trentina. “Hanno venduto la pelle dell’orso ancora prima di averlo ammazzato”, ripetono con una certa soddisfazione gli abitanti dei comuni della Vallescrivia: dove, di accogliere altri migranti, non ne vogliono proprio sapere.
“Molti affittuari, con cui avevamo già definito l’accordo, si sono tirati indietro all’ultimo momento – si giustifica Deana Panzarino della famigerata cooperativa piddina Liberitutti – per non parlare di episodi davvero spiacevoli, come quello accaduto a una donna che ci aveva messo a disposizione un alloggio a Valbrevenna ed è stata insultata e intimidita su Facebook dai suoi concittadini”.
Il risultato, positivo, è che, al momento, i clandestini sono stati ospitati 5 a Montoggio, frazione Casale, 10 a Ronco Scrivia e 14 a Valbrevenna. E i sindaci della Vallescrivia, di riceverne altri non ne hanno alcuna intenzione.
E poco importa se dal Viminale trapelano le linee del nuovo piano nazionale di sostituzione etnica, che punta proprio su un maggiore coinvolgimento dei piccoli comuni, da incentivare con una marchetta di 50 centesimi per ogni richiedente asilo e deroghe al blocco assunzioni. Un governo corrotto di corruttori.
I primi cittadini della zona si sono dati appuntamento ieri sera a Busalla per fare fronte comune: “Chiediamo una distribuzione proporzionata, e non concentrata solo in questa zona – rimarca il sindaco di Montoggio Mauro Fantoni – siamo consapevoli del problema ma bisogna rendersi conto anche della realtà dei singoli comuni. Da noi, per esempio, abbiamo già 50 extracomunitari accolti al santuario di Tre Fontane, e un 5 per cento di residenti stranieri. I cinque ospitati da Liberitutti sono peraltro in una frazione di venti residenti a tre chilometri dal centro del paese, dove non c’è niente, nemmeno negozi, e l’inverno è in arrivo. Insomma, non è questa l’accoglienza diffusa che vogliamo”.
La cooperativa Liberitutti era già finita sulle pagine dei giornali nei giorni scorsi: il sindaco di Valbrevenna Michele Brassesco infatti aveva firmato un’ordinanza di sgombero della palazzina con due alloggi dedicati ai migranti, perché l’alluvione del settembre 2015 si era portata via le fognature e gli scarichi sono direttamente collegati al fiume. A denunciare condizioni igienico sanitarie inadeguate si erano aggiunti due esponenti di Fratelli d’Italia: il consigliere regionale Matteo Rosso e il dirigente provinciale Livio Ghiso, che avevano annunciato un’interrogazione sul tema.
“Abbiamo stipulato contratti d’affitto comunicando alla Prefettura quali erano i posti immediatamente disponibili, e prima di inserire le persone all’interno delle case siamo andati dalla sindaca di Ronco Scrivia, anche se non era un obbligo – precisa Deana Panzarino – questi appartamenti non sono stati ritenuti validi dalla sindaca, così con Prefettura e Asl abbiamo effettuato dei sopralluoghi: sono invece risultati idonei”. Quanto ai tempi, “può accadere che padroni di casa si tirino indietro – continua Panzarino – noi stiamo cercando di chiudere gli ultimi contratti mancanti. Capiamo che nei piccoli comuni è più difficile, cerchiamo di venire loro incontro. Gli sbarchi sono imprevedibili, ma – minaccia, facendo affidamento sul lavoro di traghettamento dei suoi referenti politici al governo – non si fermeranno: questo devono capirlo tutti”. No, noi non vogliamo capirlo, cara collaborazionista affarista.