QUESTO ARTICOLO DEL GIORNALE LOCALE NON HA BISOGNO DI COMMENTI:
Sedicente profugo. Privo di documenti di identità all’arrivo in Italia. Accolto dalla Caritas, con un esborso, per la comunità, di oltre mille euro al mese.
Spacciatore di droga nel cuore della città, pronto a rifornire ‘fumo’ e marijuana ai ragazzini di Cremona e dintorni e, per questo, processato. Ma non può essere espulso dal territorio nazionale. Perché? Perché gode di una ‘protezione sussidiaria’, una sorta di diritto di asilo attenuato che gli è stato concesso a suo tempo (non a Cremona).
Il 23enne del Gambia che è risultato avere la quella sorta di ‘immunità’, residente alla Casa dell’Accoglienza, è tornato libero punto e basta. L’altro ventenne arrestato e processato, un senegalese, è risultato essere un clandestino (tutte le sue istanze sono state rigettate) e per questo, subito dopo la direttissima, è stato preso in consegna dagli agenti della questura e condotto nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Brindisi. Da lì, si presume entro non molto tempo, sarà espulso dall’Italia.